tag:blogger.com,1999:blog-15850553119552282692024-03-05T13:51:04.298-08:00Due bagni separati... è brutto, ma questo titolo ha un suo perchéparoleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.comBlogger24125tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-38834215585701805972020-03-28T03:32:00.000-07:002020-03-28T03:32:42.084-07:00La cosa più idiota che hai fatto per amore<div style="text-align: center;">
Non ho mai fatto cose particolarmente idiote, ma alcune me le ricordo bene</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Quando avevo 14 anni mi piaceva uno della mia scuola che abitava vicino casa mia... lo pedinavo spesso all'uscita. Era una cosa idiota fondamentalmente perché lui non mi vedeva nemmeno, oltretutto, tornava sempre a casa mano nella mano con una ragazza. E sono quasi certa che si fosse accorto di qualcosa, anche se non gli rivolgevo mai la parola per timidezza pazzesca, perché ogni tanto mi guardava e rideva. Ridicola, sì.</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Quando avevo sempre intorno ai 14 anni, ero innamorata persa di un mio amico che mi trattava fondamentalmente come una amica, ma aveva un comportamento un po' ambiguo nei miei confronti, probabilmente era confuso. Comunque, questo amico si mette con una ragazza e, una sera a una festa, i due si appartano sul balcone e qualcuno chiude il balcone e la serranda lasciandoli fuori. Io, facendo una figura che ancora oggi mi vergogno, dicendo "Ma no, poverini!", corro ad aprire il balcone e a tirare su la serranda per "liberarli". Forse mi prendono ancora in giro oggi, dopo più di 30 anni!</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
La sera di capodanno di tanti anni fa, ero un po' triste perché avevo appena saputo che il tizio che mi piaceva e a cui credevo di piacere si era messo con un'altra. Quindi, non tanto per amore quanto per scazzo estremo e voglia di fare qualcosa di trasgressivo, se così si può dire, mi sono fatta fare il secondo buco in un orecchio. Da una mia amica. Con il suo orecchino, dopo avermi anestetizzato il lobo con il ghiaccio. Non ricordo nulla, ma credo che un po' di male avrò sentito.</div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-27835868103107815942020-03-26T09:48:00.003-07:002020-03-26T09:48:55.436-07:00Quando una è dolce<div style="text-align: justify;">
Dopo aver visto una <a href="https://arianogeta.blogspot.com/2019/12/yumi-nana-disattenzioni-3.html" target="_blank">graziosa vignetta</a> di un amico di blog, mi è venuto in mente un episodio, accaduto anni fa, che ha per protagonisti me e il mio futuro marito durante uno dei nostri primi appuntamenti, quando ancora ci si stava studiando.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Noi al mare. Un insetto mi tormenta da diversi minuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lui, molto tenero, dice: "E' perché sei molto dolce"</div>
<div style="text-align: justify;">
Io, senza nemmeno pensare che magari stava flirtando, infastidita dall'insetto, lascio andare lo scaricatore di porto che c'è in me e ribatto: "Minchi@, dolce io?!"</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante questo, ci siamo messi insieme. </div>
<div style="text-align: justify;">
E poi pure sposati.</div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-13976813822096671682020-03-12T11:52:00.001-07:002020-03-12T11:52:16.641-07:00Le mie quasi suocere<div style="text-align: justify;">
Ho avuto quasi sempre dei buoni rapporti con i genitori dei ragazzi che ho frequentato e con i miei suoceri, da sposata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Pensando alle mie quasi suocere, mi vengono in mente alcuni episodi, accaduti tra 20 e 30 anni fa. Alcune di queste signore le ricordo con molta tenerezza, una in particolare che non è più tra noi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una quasi suocera era così emozionata all'idea di avermi a pranzo per la prima volta, che mentre mi parlava ha versato l'acqua nel bicchiere capovolto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una quasi suocera ha fatto cadere per sbaglio gli spaghetti appena scolati nel lavandino, io ero lì vicino, mi ha guardato e ridacchiando li ha messi nel piatto, chiedendomi di non dire nulla a suo marito (che si sarebbe lamentato).</div>
<div style="text-align: justify;">
Una quasi suocera non mi ha mai reputato all'altezza del figlio (in senso letterale e figurato)... il karma ha voluto poi che il suo altissimo figlio abbia sposato un'altra bassa come me.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una quasi suocera ha beccato in atteggiamenti intimi me e il figlio, ma è stata così discreta da andarsene e non dire nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un quasi suocero, una volta che ero a casa loro, è uscito e mi ha comprato degli evidenziatori perché sapeva che mi piacevano.</div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-67300540361071967262020-02-24T10:00:00.000-08:002020-02-24T10:01:12.368-08:00Prova lavaggio e stiratura<div style="text-align: justify;">
L'altro giorno leggevo qualcosa da un sito che si chiama Suocera Psicopatica, una ragazza raccontava che la futura suocera, il giorno in cui si erano conosciute, le aveva fatto fare la prova stiratura e l'aveva interrogata sull'uso della lavatrice.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mia suocera per fortuna non ha mai fatto queste cose e, con gli anni, abbiamo legato molto e oggi abbiamo un bel rapporto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque se mi avesse fatto fare queste prove, mi avrebbe bocciato certamente!</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima lavatrice da sposata era la mia prima lavatrice della vita, al momento di metterci dentro i panni, ho chiamato prima mia mamma e poi mia suocera. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non che questo sia servito, perché un asciugamano azzurrino slavato, contro ogni probabilità, ha stinto e tutte le mutande bianche del marito sono diventate azzurre.</div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-81162950592511694552020-02-13T09:46:00.000-08:002020-02-13T09:46:36.567-08:00Top five dei peggiori appuntamenti e quasi appuntamenti amorosi della mia vitaNe ho alcuni che meritano di essere raccontati. Sono certa che, scavando tra i ricordi, qualcos'altro mi verrà in mente e forse aggiornerò questo post.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
1) Ci eravamo conosciuti in chat (erano i tempi in cui esisteva solo la chat mIRC e si entrava nella chat room e poi se trovavi qualcuno che ti ispirava, andavi a parlare in privato) e avevamo flirtato allegramente in chat e per telefono per circa due mesi, poi ci siamo dati un appuntamento nella vita reale (prendendo un aereo ciascuno). Non ci siamo piaciuti per nulla. Un appuntamento davvero imbarazzante. Siamo stati a parlare per circa un'ora o forse meno e dopo esserci salutati non ci siamo mai più visti e nemmeno sentiti. Da allora, mai più ho voluto conoscere dal vivo gente conosciuta in chat.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2) Eravamo alla festa di una mia amica, il giorno dopo la mia laurea. Mi ha lasciata con un "le nostre strade si dividono qui". Non che non ci fossero stati segnali di quello che sarebbe successo, ma io pensavo fosse l'uomo della mia vita ed ero innamoratissima e ricordo ancora quel momento come uno dei peggiori e più angoscianti della mia vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3) Dovevamo incontrarci per uscire, per quello che sarebbe stato il nostro primo vero appuntamento "amoroso" dopo tante uscite da amici e tante dichiarazioni più o meno esplicite. Poco prima dell'orario dell'appuntamento mi ha mandato un sms dicendomi che non poteva uscire, non ricordo la scusa. Ed era una scusa, l'ho saputo poi direttamente da lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4) Dovevamo andare a una festa di capodanno insieme, visto che flirtavamo da tempo pensavo che sarei stata la sua principale "attrazione" della serata e che magari ci saremmo baciati a mezzanotte. Il pomeriggio del 31 ho saputo da una comune amica che lui si era messo con un'altra. Alla festa non ci sono andata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
5) Frequentavo ogni tanto un ragazzo, ma avevo in testa qualcun altro. Siamo andati a cena da una sua amica che abitava quasi dei fronte al tizio che avevo ancora in testa. Mi sono messa a piangere e sono stata depressissima tutta la serata. Che tristezza, chissà cosa ha pensato lui!!</div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-1778374825225967692017-08-07T04:35:00.002-07:002017-08-07T09:39:43.562-07:00Frammenti (1)<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 13.3333px;">Molto tempo fa ho iniziato a raccogliere alcune delle poesie che ho scritto dall'adolescenza in poi. Questa raccolta ha preso lentamente forma e adesso contiene una quarantina di poesie scritte nell'arco di quasi trent'anni. L'ho chiamata "Frammenti" (sottointeso "di me").</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 13.3333px;">Queste alcune delle poesie della raccolta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Non posso scordare<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10pt;">Ho scordato i nostri occhi
incollati</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e il tuo sguardo che mi
catturava l’anima,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">ho scordato le nostre dita
intrecciate <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e le mie mani gelate sulla
tua pancia nuda,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">ho scordato le nostre labbra
socchiuse <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e come ogni parte di te mi
faceva tremare il cervello<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e ho scordato il tuo sorriso
malizioso <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e i tuoi occhi che brillavano
alla vista di me.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Ma non posso scordare la
pesante tua assenza <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">nelle mie buie notti senza di
te,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">non posso scordare il nero
dolore <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">che ha spento il sole dentro
di me<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e non posso scordare tutto il
tempo trascorso <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">a cercare di smettere di
scovarti nei gesti degli altri, continuamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">E adesso tu torni come se
fosse ieri e mi parli d’amore,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e io stupita e arrabbiata
vorrei ricordarti che ti ho dimenticato,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">allora pianto i miei occhi
nei tuoi e li vedo brillare<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e non sento più le tue parole
ma solo il mio cuore che batte impazzito. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Mi avevi avvisato<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10pt;">Mi hai gridato “non
illuderti!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Mentre mi stringevi tra le
braccia<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">E mi facevi tua.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Mi hai sussurrato “ti amo”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Mentre ti perdevi dentro di
me<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">E sorridevi appagato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Mi hai lasciato speranzosa<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Per qualcosa che non accadrà<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">E non ti senti nemmeno in
colpa<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Perché mi avevi avvisato</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><br /></span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Dirsi addio <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10pt;">Ti ho cercato per lunghi anni</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">disperatamente<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">nel buio delle mie notti
solitarie<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">E come in un sogno <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">una sera ti ho incontrato<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Erano sempre i tuoi quei
familiari occhi lucenti <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">che si sono agganciati ai
miei come calamite<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">e che mi hanno osservata<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">a lungo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">profondamente<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">intimamente<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">spogliandomi l’anima<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">nel buio della sala da tè<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Il mio cuore è in tumulto<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">ancora adesso soltanto al pensiero<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">di quel tuo sguardo così
avvolgente<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Ma non basta<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Non eri più tu quello che i
miei occhi hanno visto<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">specchiato nel buio della mia
anima<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Eppure ne avevo bisogno<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">di questo incontro<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Per dirti addio<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Per capire che è finita<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">finalmente anche per me<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">In attesa di te <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Un panino mangiato in due e
tu che mi imbocchi il tiramisù<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">L’inconscia sensualità dei
nostri gesti ci rende sempre più complici<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">E mentre tu non ti arrendi
all’evidenza di un sentimento <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 3.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Già da tempo sbocciato<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: verdana, sans-serif; font-size: 10pt; text-align: justify;">Io resto qui a guardarti in
attesa di te.</span>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-49238494763909721272016-03-22T12:16:00.000-07:002016-06-02T05:16:06.106-07:00Un viaggio nel passato alla ricerca del futuro (1.b)<div style="text-align: justify;">
Ci eravamo conosciuti all’università. Io, matricola poco più che diciottenne alla facoltà di lettere, frequentavo un corso di scrittura creativa sperimentale di cui lui era il coordinatore didattico. </div>
<div style="text-align: justify;">
Andrea aveva ventotto anni e aveva qualcosa di estremamente affascinante che mi aveva colpito sin dal momento in cui i nostri sguardi si erano incrociati per la prima volta, tanto da indurmi a riempire pagine intere del mio diario con il nome di lui circondato da cuoricini, come una tredicenne invaghita.</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima volta che lo avevo visto era appoggiato al muro del corridoio accanto alla porta dell’aula. Era senza dubbio carino, indossava una maglietta bianca girocollo, una di quelle che spesso gli uomini usano sotto le camicie, e jeans chiari che aderivano alle sue gambe magre. Ai piedi aveva un paio di Converse All Star di colore blu. </div>
<div style="text-align: justify;">
La scelta dei vestiti e delle scarpe incontrava perfettamente i miei gusti, oltretutto, quel giorno, anche io avevo un paio di scarpe identiche. </div>
<div style="text-align: justify;">
Iniziando a fare la conta delle cose in comune quando ancora nemmeno lo conoscevo, io, che amavo i ragazzi dalla faccia pulita, preferibilmente rasati e ben pettinati, mi ero ritrovata a fissare i suoi strani capelli chiari, folti e completamente spettinati. Erano più lunghi di quello che consideravo piacevole in un uomo e sembrava che non avessero incontrato mai un pettine, non nelle ultime ore perlomeno. Aveva la barba chiara, incolta, un altro aspetto che di solito non mi piaceva. Ma era innegabile che i capelli spettinati e la barba incolta gli davano un aspetto da bel tenebroso che mi aveva colpito molto più di quanto mi sarei mai aspettata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Io sapevo chi era, anche se non conoscevo il suo nome. Era l’assistente della De Paolis, una professoressa arcigna che ricordava la signorina Rottenmeier e che insegnava la mia materia preferita: scrittura creativa. Probabilmente era anche la sua materia preferita, avevo pensato compiaciuta mentre lo guardavo in corridoio, continuando a fare la conta delle cose in comune. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quando ero passata davanti a lui, mi aveva guardato per qualche istante intensamente e con aria pensierosa. Io, che lo stavo fissando già da qualche secondo di troppo, avevo abbassato lo sguardo quasi istintivamente e poi era arrivata Marta, una delle mie colleghe di corso, che mi aveva trascinato in classe. Avevo sentito lo sguardo di lui su di me mentre oltrepassavo la porta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In aula, dalla cattedra, lui non aveva fatto altro che guardarmi sfacciatamente per tutto il tempo in cui aveva parlato alla classe, illustrando, apparentemente senza alcuna distrazione, il programma delle lezioni. Il suo sguardo era inequivocabile, i suoi occhi erano lucenti, felici e famelici. Mi guardava intensamente, quasi con desiderio, sembrava che mi stesse letteralmente spogliando con gli occhi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Io avevo ricambiato il suo sguardo ostentatamente, con il cuore che saltava battiti e poi accelerava improvvisamente, rapita dai suoi occhi smaliziati e sorridenti, che lo facevano sembrare molto più giovane della sua età e che mi avevano fatto fantasticare per tutto il tempo della lezione, catapultandomi in un mondo fantastico in cui io ero la principessa e lui il mio principe azzurro. Il suo sguardo smaliziato e impertinente mi ricordava Terence, il grande amore di Candy, o almeno l’immagine che avevo di lui dentro la mia testa.</div>
<div style="text-align: justify;">
E, ovviamente, non avevo sentito nulla di quello che lui aveva detto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine della lezione, proprio mentre chiedevo delucidazioni sul programma a Marta, che era in piedi di fronte a me, lui era sbucato alle sue spalle e mi aveva lanciato un altro dei suoi sguardi, facendomi sciogliere. Poi, sorprendendomi, con un sorriso, mi aveva chiesto se potevo seguirlo fuori dall’aula. Marta si era prontamente fatta da parte, dileguandosi, prima ancora di sentire la mia risposta: il mio sguardo probabilmente non lasciava dubbi su quale sarebbe stata. Sì, senza dubbio. Come se ci conoscessimo da sempre, lui mi aveva messo un braccio intorno alla vita e mi aveva condotto fuori, senza staccare i suoi occhi dai miei. </div>
<div style="text-align: justify;">
Era una giornata bellissima, il sole era caldo e io mi ero fatta trasportare, sentendomi leggera come una libellula, in giro per il giardino rigoglioso, fino a raggiungere un posto che non avevo mai visto. Ero stata troppo distratta dal suo sguardo per comprendere come fossimo arrivati lì. </div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo chiesto stupita dove fossimo finiti. Lui aveva ridacchiato e, invece di rispondermi, mi aveva chiesto, continuando a tenere il suo sguardo fisso nei miei occhi:</div>
<div style="text-align: justify;">
‒ Come ti chiami?</div>
<div style="text-align: justify;">
Per un attimo mi era sembrato di non riuscire a ricordarmelo, ma dopo qualche secondo ero riuscita a rispondere, con il cuore in tumulto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo esserci presentati, mi ero soffermata per diversi minuti a osservarlo, quasi incredula che quest’uomo, che mi faceva battere il cuore in modo folle e i cui sguardi mi toglievano la capacità di pensare, fosse davvero lì con me. Me ne ero già innamorata perdutamente. Mi ero chiesta se capitava a tutti gli innamorati di provare queste sensazioni sconvolgenti e se era davvero il principe azzurro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pochi minuti dopo era venuto qualcuno a chiamarlo e l’incanto si era rotto. Con un sorriso mi aveva salutato ed era sparito fra gli alberi, lasciandomi frastornata. Ero tornata indietro con la testa tra le nuvole e avevo incontrato Marta che mi aveva sorriso compiaciuta, con una gran curiosità negli occhi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ero troppo eccitata per tornare a casa senza parlare con nessuno e avevo colto al volo l’occasione per dare uno sfogo alle mie sensazioni, anche per accertarmi che fosse tutto vero e non un sogno. Ovviamente anche lei aveva notato gli sguardi… Le avevo raccontato quello che era accaduto e già mi sentivo la principessa delle favole, e poi ci eravamo salutate. </div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo trascorso il pomeriggio a fantasticare, scrivendo il suo nome sul diario, carica di aspettative per l’indomani. Immaginavo già che mi avrebbe portata di nuovo in giardino e che magari mi avrebbe baciata. Non pensavo mai che avrei baciato un ragazzo appena conosciuto, ma non mi sarei stupita se ciò fosse accaduto: l’attrazione tra noi era evidente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’indomani, però, inspiegabilmente, lui aveva infranto i miei sogni: non mi aveva nemmeno salutata e non mi aveva degnata di uno sguardo, i suoi occhi sembravano spenti. Non mi ero fatta avanti e non avevo chiesto spiegazioni. La mia reazione al suo comportamento assurdo era stata tanto sgomenta che, piuttosto che credere che stesse accadendo, mi ero costretta a dubitare della mia sanità mentale: forse non era davvero lui quello che mi aveva lanciato quelle occhiate dense di significato e mi aveva portato a passeggiare in giardino abbracciati. A casa avevo pianto tutto il tempo, disperata come se la mia vita stesse andando in pezzi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Era trascorsa così tutta la settimana. Senza parole né sguardi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il lunedì successivo mi aspettava. Appoggiato ad un palo della luce, con la maglietta bianca e le braccia conserte, un sorriso amichevole e gli occhi allegri, era rimasto a fissarmi mentre, ignara del suo sguardo su di me, parcheggiavo in prossimità del cancello. Quando lo avevo visto, il cuore mi si era fermato e istintivamente un gran sorriso era affiorato sulle mie labbra e non sentivo più le gambe. Avvicinandosi, tendendo verso di me entrambe le braccia, mi aveva sussurrato teneramente e con molta emozione:</div>
<div style="text-align: justify;">
‒ Ciao. Mi sei mancata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi mi aveva abbracciato, tenendomi stretta, il mio viso affondato nel suo collo. Io non avevo capito più nulla: mi sembrava di volteggiare nel cielo e avevo perso completamente la lucidità. Se ne era reso perfettamente conto: aveva sorriso, mi aveva sollevato il mento con la mano e mi aveva baciata. Non era il primo bacio che davo, ma di sicuro era il primo bacio perfetto. Eravamo rimasti diversi minuti a baciarci, incuranti del fatto che fossimo davanti all’università e che chiunque avrebbe potuto vederci. Personalmente non avevo nulla da nascondere e non me ne importava nulla e a quanto pareva era lo stesso per lui. Quando era riuscito a staccarsi dalle mie labbra mi aveva abbracciato di nuovo e poi mi aveva guardato fisso negli occhi, dicendo quasi divertito: </div>
<div style="text-align: justify;">
‒ È stato anche meglio di quanto avessi immaginato. Ho sognato questo bacio per tutta la settimana.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le sue parole mi avevano fatto catapultare nella realtà: tutta la settimana scorsa lui non mi aveva nemmeno salutata e ora mi stava dicendo che aveva sognato di baciarmi. Molte espressioni colorite mi erano venute in mente in quel momento. </div>
<div style="text-align: justify;">
‒ A proposito… </div>
<div style="text-align: justify;">
Gli avevo sussurrato, ancora abbracciata a lui, cercando di mitigare la rabbia che mi assaliva quando pensavo a come mi aveva trattato. Il sorriso era svanito dal suo viso alla mia inespressa domanda e mi aveva guardato con tenerezza e tristezza. Aveva probabilmente soppesato le parole per qualche secondo e poi aveva detto, con gli occhi fissi nei miei:</div>
<div style="text-align: justify;">
‒ La mia vita è un casino. Faccio cose molto pericolose, di cui non posso parlarti e non posso avere una storia con te, oltretutto sto per sposarmi. Quando ci siamo conosciuti ho capito che tu sei quella che ho sempre cercato. Ti ho evitata tutta la settimana perché temevo che succedesse quello che è successo e, nel contempo, lo desideravo con tutto me stesso. Oggi, quando ti ho vista arrivare, mi sono arreso. Non potevo più fare finta che tu non esistessi, ti desideravo troppo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel pronunciare l’ultima frase del suo discorso, le guance gli si erano colorate di rosso e mi aveva accarezzato la guancia. Ero rimasta imbambolata a fissarlo, incredula. Sapevo perfettamente che una ragazza con la testa sulle spalle avrebbe dovuto allontanarsi da lui in quel momento, ma non ci ero riuscita. Ero rimasta tra le sue braccia per quello che mi era sembrato un tempo interminabile, sperando irrazionalmente che il tempo si fermasse, congelandoci in quella posa, insieme per sempre. </div>
<div style="text-align: justify;">
Con la coda dell’occhio, ad un certo punto, avevo visto Marta che ci guardava. Ero sgusciata via dalle sue braccia, imbarazzata, mormorando:</div>
<div style="text-align: justify;">
‒ Io entro. Scusa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Durante la lezione Andrea mi aveva guardato spesso, sorridendo, senza perdere mai il filo del discorso e ad un certo punto aveva fatto una battuta, che ero certa mi riguardasse, sul destino e sulla sua ineluttabilità. Avevo ricambiato i suoi sguardi, sicuramente con la stessa intensità della prima lezione, ma con un’espressione confusa dipinta in viso. Ero imbarazzata, non sapevo davvero cosa avrei dovuto pensare. Alla fine della lezione, mi aveva invitata a pranzo. I miei sentimenti avevano avuto la meglio sulla ragione e avevo accettato, a dispetto di qualunque buona norma comportamentale. Era il nostro primo appuntamento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eravamo stati a prendere un gelato al lungomare e, durante una bellissima passeggiata, ci eravamo raccontati pezzi della nostra vita, scoprendo di avere tante di quelle cose in comune che le avevamo annotate su un foglio per poterle contare. Erano quarantuno. “Anime gemelle” avevamo esclamato, all’unisono, guardandoci negli occhi. Ci eravamo chiesti, ridendo, che quota avremmo raggiunto dopo qualche giorno di frequenza reciproca. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quel giorno Andrea mi aveva parlato del suo imminente matrimonio di copertura con una donna, una sua cugina di secondo grado, cui era promesso da quando era poco più che bambino. Non mi aveva detto nulla delle cose pericolose di cui mi aveva parlato la volta precedente, e mi ero immaginata che si trattasse di affari di servizi segreti o malavitosi. In entrambi i casi, avrei fatto meglio a starmene alla larga. Mi aveva parlato molto sinceramente di quello che provava. Dicendo di odiare se stesso per la sua debolezza, mi aveva detto che non aveva nessuna intenzione di mettere a repentaglio la sua vita a causa mia, anche se manifestava fin troppo chiaramente quanto io lo avessi colpito, con gesti e parole, stupendo se stesso, oltre che me. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sei colei che ho sempre cercato, è un peccato averti trovato così tardi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre mi raccontava annoiato del suo matrimonio, dopo diverse ore di conversazione, Andrea mi aveva guardato serio negli occhi e, a bruciapelo, mi aveva chiesto:</div>
<div style="text-align: justify;">
– Tu mi sposeresti?</div>
<div style="text-align: justify;">
Ero arrossita e il cuore aveva preso a battermi all’impazzata, era la prima, per quanto insolita, proposta di matrimonio che ricevevo! Lui non stava scherzando, l’alchimia tra di noi era più che evidente. Non sapevo cosa rispondere: istintivamente avrei voluto dire di sì e buttargli le braccia al collo, ma, considerata la situazione delicata in cui si trovava, avevo deciso di essere un po’ meno impulsiva e, simulando una tranquillità che non sentivo, avevo risposto seriamente, rovinando il momento assurdamente romantico:</div>
<div style="text-align: justify;">
– Sposarti? Non ci conosciamo nemmeno e io sono ancora troppo giovane per pensare ad un passo così importante… Sono sicura che io e te avremmo una storia fantastica, se potessimo stare insieme, ma, sinceramente, se me lo stessi chiedendo davvero, direi di no.</div>
<div style="text-align: justify;">
La mia risposta aveva rabbuiato per un attimo Andrea, ma cosa poteva aspettarsi di diverso? non si poteva chiedere la mano ad una ragazza appena conosciuta, con cui ci si era scambiati appena un bacio e, per di più, essendo fidanzati con un’altra (anche se per copertura, per chissà quale losco affare)! </div>
<div style="text-align: justify;">
Era rimasto pensieroso per qualche minuto, poi si era avvicinato a me e mi aveva dato un bacio sulla fronte, dicendomi: </div>
<div style="text-align: justify;">
– Se potessi dirlo, in questo momento ti direi che ti amo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quelle parole mi avevano scioccata, forse ancora più della proposta di poco prima, e ero rimasta zitta a fissarlo, mentre tristemente mi guardava negli occhi e mi accarezzava i capelli. Poi aveva sorriso e aveva iniziato a parlare di stupidaggini. Non si aspettava una risposta, non ne aveva bisogno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il nostro commiato quella sera era stato molto triste. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lui, sebbene sembrasse innamorato di me ogni minuto di più, non mi aveva dato alcuna speranza. Con evidenti rimpianti, ci eravamo salutati dicendoci che non avremmo dovuto più vederci al di fuori delle lezioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I giorni seguenti a lezione erano stati molto tristi: non eravamo rimasti soli un momento e soltanto i suoi profondi sguardi mi ricordavano che non era stato un sogno. </div>
<div style="text-align: justify;">
L’ultimo giorno era stato il più angosciante, lui si sarebbe sposato da lì a breve. Gli avevo fatto gli auguri per il suo matrimonio, davanti ai colleghi di corso, ed ero andata via senza poter dire altre parole, sentendo, per tutto il tragitto sino alla macchina, lo sguardo di lui bruciare sulla pelle.</div>
<div style="text-align: justify;">
Era trascorsa una settimana, una delle più tristi settimane estive dei miei diciotto anni. Non avevo messo il naso fuori casa nemmeno un momento per sette interi giorni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una sera Marta, preoccupata per il mio malumore, mi aveva convinta ad andare con lei e qualche amico ad un concerto in piazza. Si esibiva un gruppo locale che avrebbe eseguito una versione semplificata dei Carmina Burana di Carl Orff. Io adoravo i Carmina Burana, Marta lo sapeva e aveva colto l’occasione, pensando di riuscire a distrarmi.</div>
<div style="text-align: justify;">
La piazza era gremita, non pensavo che tutte queste persone amassero la musica medievale. Ben presto il gruppo era arrivato ed aveva iniziato ad esibirsi. Ascoltavo assorta il concerto, trattenendo a stento i singhiozzi, mentre le lacrime scendevano copiose sulle mie guance, per l’emozione che quella musica riusciva sempre a trasmettermi e, improvvisamente, un movimento nella fila davanti a me aveva catturato la mia attenzione, distraendomi e inducendomi a guardarmi intorno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Con estremo stupore e felicità incontenibile, in quel momento mi ero accorta che in piedi qualche metro davanti a me c’era proprio Andrea. Non potevo esserne certa perché eravamo tutti pressati come sardine in scatola, ma non sembrava essere in compagnia. Immediatamente avevo pensato che magari si erano lasciati, ma subito avevo realizzato che non era proprio la cosa più probabile, anche perché, in quel caso, lui mi avrebbe di sicuro fatto almeno una telefonata. Ero rimasta indecisa sul da farsi per qualche secondo, poi la sua presenza davanti a me mi era sembrato un chiaro segno del destino e, facendomi largo tra la calca, lo avevo raggiunto e gli avevo bussato decisa sulla spalla.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non dimenticherò mai l’espressione del suo viso, di sorpresa e felicità, con gli occhi che brillavano come diamanti nella penombra della sera. Eravamo scoppiati a ridere, attirando l’attenzione dei vicini e anche di Marta che non avendomi più vista accanto a lei, si era messa a cercarmi con lo sguardo e, vedendomi ridere un paio di file più avanti, mi aveva lanciato uno sguardo lievemente spaventato, temendo per la mia sanità mentale (ridere ascoltando i Carmina Burana non è da persone con tutte le rotelle a posto), prima di rendersi conto di chi c’era vicino a me. </div>
<div style="text-align: justify;">
Senza nessun rimpianto avevamo deciso di andare via: lui era davvero solo, non stava piantando nessuno e io avevo chiesto scusa a Marta che, per fortuna, aveva capito perfettamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Era una serata bellissima e la luna era quasi piena, avevamo camminato abbracciati senza parlare, dirigendoci verso il lungomare. Al porticciolo turistico ci eravamo coricati fianco a fianco su un blocco di cemento, guardando le stelle. Non c’era nulla di più bello. Sapevo che non avrei dovuto sentirmi tanto felice, la situazione non era cambiata dall’ultima volta che avevamo parlato, ma i nostri sentimenti reciproci sembravano essere ancora più forti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi era accaduto tutto molto velocemente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il corpo di Andrea, aderente al mio, aveva iniziato a tremare e io mi ero girata sul fianco per chiedergli se avesse freddo. Lui si era girato verso di me, sussurrando parole confuse per dirmi quanto mi desiderava in quel momento e ci eravamo trovati a pochissimi centimetri di distanza. Senza pensare alle conseguenze, ci eravamo stretti in un abbraccio e un bacio molto meno casto dell’unico che ci eravamo dati qualche settimana prima. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo qualche minuto, ci eravamo allontanati e lui mi aveva detto che mi amava. Io allora mi ero alzata e gli avevo teso la mano e, senza parlare, lo avevo condotto verso una zona più riparata del porticciolo, in cui si trovava una spiaggetta, che alla luce della luna aveva un aspetto molto romantico. Lui mi aveva guardata con aria interrogativa e, dalla sua espressione smaliziata e carica di aspettative, avevo capito che non era poi così lontano dall’aver intuito cosa stavo per fare. Continuando a guardarlo negli occhi, mi ero tolta i sandali e poi mi ero sfilata il vestito leggero, lasciandolo cadere accanto a me. Ero in biancheria intima e, per fortuna, quella sera avevo optato per un coordinato azzurro che mi stava d’incanto. Lui aveva sfoderato un sorriso irresistibile, carico di dolcezza e si era avvicinato per abbracciarmi. Mi aveva detto che ero bellissima. Poi si era spogliato anche lui, e, tenendoci per mano, eravamo entrati in acqua. </div>
<div style="text-align: justify;">
È difficile descrivere le emozioni di quel momento. Era la prima volta per me ed è stata con la mia anima gemella. E, oltre questo, lui aveva dimostrato una sensibilità e una dolcezza che, prima di allora, ero riuscita ad immaginare solo nei miei sogni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ero riuscita a superare la timidezza che mi aveva assalito appena lui si era avvicinato. L’acqua calda ci avvolgeva, eravamo immersi sino al petto. Stringendomi a lui, gli avevo detto che era la prima volta. Lui mi aveva guardato con dolcezza e mi aveva accarezzato una guancia, quindi mi aveva detto di non preoccuparmi e che mi amava. Era accaduto tutto con molta naturalezza, non lo avrei mai immaginato. Credevo che avrei avuto bisogno di chiare indicazioni da parte sua, ma non erano servite. Ci muovevamo insieme, nell’acqua che rendeva le cose ancora più semplici. Eravamo leggeri e i nostri movimenti fluidi e sinuosi. In alcuni momenti sembrava che stessimo danzando.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci eravamo salutati, quella notte, felici e pensierosi perché la situazione si era decisamente complicata. E a casa io non ero riuscita a dormire perché non avevo fatto altro che rivivere quei momenti magici nella mia testa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le poche volte che ci eravamo visti dopo quella sera, avevamo vissuto le giornate senza pensare al domani, il domani era già segnato: avevamo assaporato ogni secondo del nostro tempo insieme, sapendo bene che sarebbe finito tutto troppo presto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il periodo insieme era durato pochi giorni ed era stato tanto intenso da sembrare un’eternità, poi era arrivato il momento dei saluti, quelli dolorosi, quelli definitivi. Avevamo passato insieme tutta la giornata ed erano circa le tre del mattino, l’indomani lui doveva partire all’alba, il tempo era proprio finito: mi aveva dato una sua fotografia, scrivendoci una breve dedica dietro “Per la prossima vita che vivremo”. E poi mi aveva detto:</div>
<div style="text-align: justify;">
− Così non ti scorderai di me!</div>
<div style="text-align: justify;">
Io avevo risposto, un po’ stizzita, ma sorridendo:</div>
<div style="text-align: justify;">
− Forse è più probabile che sarai tu a scordarti di me: non sono io che mi sposo tra una settimana!</div>
<div style="text-align: justify;">
Lui aveva sorriso e, fattosi serio, mi aveva detto:</div>
<div style="text-align: justify;">
− Io non ti scorderò mai. Ti auguro di essere felice anche senza di me. Spero che un giorno incontrerai qualcuno che ti saprà dare l’amore che meriti, quello che non ho potuto darti io. Tieni… Questi te li dedico dal profondo del cuore. Li ha scritti un gran Poeta, ma se sapessi mettere su carta i miei sentimenti, ti direi queste cose… è come se li avessi scritti io, ne condivido ogni parola.</div>
<div style="text-align: justify;">
Così dicendo, mi aveva messo in mano un foglio di carta su cui aveva scritto alcuni versi di Pablo Neruda:</div>
<div style="text-align: justify;">
"Ma tutta la mia vita non sarà che un canto di nostalgia per la felicità perduta… ti auguro di dimenticare presto il mio nome e di trovare un amore che ti dia soltanto gioia. Ti seguirò da lontano con la fedeltà del ricordo e sarò felice di saperti felice all'infuori di me. Me ne andrò per le strade con il tuo sorriso dentro il cuore e a qualche ombra che mi sfiorerà darò il tuo nome perché la mia anima le risponda".</div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo letto quei versi con il cuore che mi scoppiava dentro e li avevo letti così tante volte che avevo subito imparato a memoria ogni parola. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo pochi minuti ci eravamo salutati. Lui mi aveva detto:</div>
<div style="text-align: justify;">
− Lasciarti è la cosa più difficile che abbia mai dovuto fare. So che ti rimpiangerò per tutta la vita… </div>
<div style="text-align: justify;">
Simulando una sicurezza e una decisione che non mi appartenevano affatto, certa che, nonostante l’età, avrei dovuto essere io la più risoluta, gli avevo risposto: </div>
<div style="text-align: justify;">
− Buona fortuna! Ti auguro anche io di essere felice e spero che non ti penta mai della scelta che hai fatto. E anche io ti rimpiangerò per tutta la vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dette queste ultime parole, gli avevo dato un bacio sulla guancia ed ero scesa dalla macchina. Ero corsa verso il portone senza voltarmi indietro, se lo avessi fatto non ce l’avrei fatta a lasciarlo andare via. Avevo sentito il rumore della sua vecchia Cinquecento che si allontanava nella notte silenziosa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quella notte avevo pianto a lungo.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per la versione della storia dal punto di vista di lui, <a href="http://duebagniseparati2.blogspot.it/2013/12/un-viaggio-nel-passato-alla-ricerca-del.html">qui</a>.</div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-427240544310259432014-01-27T07:29:00.000-08:002016-06-02T00:38:12.553-07:00Follia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9uqFHemJ4XTXr9yQpMGKFKfLxjABHCiURuIYoLK1cb0nDnGQnlVIhkh7EHYRKGiS-cSlO3rE6-XYzu_XTcPU9BayK6K3s_n2NEs2V9Mf17V6FLHhOJG5yXlfFEMD3_cbd44UZRqYJ9B6z/s1600/2012-10-30+23.05.40.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9uqFHemJ4XTXr9yQpMGKFKfLxjABHCiURuIYoLK1cb0nDnGQnlVIhkh7EHYRKGiS-cSlO3rE6-XYzu_XTcPU9BayK6K3s_n2NEs2V9Mf17V6FLHhOJG5yXlfFEMD3_cbd44UZRqYJ9B6z/s1600/2012-10-30+23.05.40.jpg" height="300" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;">Di ferro arrugginito</div><div style="text-align: center;">le sbarre della mia prigione.</div><div style="text-align: center;">Rinchiusa in me stessa,</div><div style="text-align: center;">accasciata sulla terra bagnata,</div><div style="text-align: center;">alzo lo sguardo al cielo nero.</div><div style="text-align: center;">Anelo alla luna.</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-20444958052938619082013-12-17T09:44:00.000-08:002016-06-02T05:17:00.073-07:00Un viaggio nel passato alla ricerca del futuro (1.a)<div style="text-align: justify;">
Era il primo giorno del corso di scrittura creativa, lo avevo organizzato mesi prima e non vedevo l’ora che iniziasse. </div>
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Era la prima volta che tenevo una vera lezione ed ero un po’ teso. Ero abbastanza schivo e odiavo la popolarità. Sperando di passare inosservato, per quel giorno, avevo optato per un look semplice, quasi trasandato. Non mi ero fatto la barba e i miei capelli castani erano lunghi e scompigliati come sempre. Mi ero messo una maglietta bianca e un paio di jeans chiari. Ai piedi le All Star che erano quasi un mio segno di riconoscimento. </div>
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<br /></div>
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Appena fuori dall’aula mi ero appoggiato al muro, ripassando mentalmente il mio discorso introduttivo e ad un tratto mi ero sentito osservato: di fronte a me, una ragazza mi stava guardando compiaciuta, sorrideva come se stesse pensando a qualcosa che la metteva di buonumore. L’avevo guardata per qualche secondo con curiosità, lei aveva distolto lo sguardo ed era entrata in aula. </div>
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<br /></div>
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Non ero nuovo all’essere osservato di sottecchi e normalmente la cosa non mi interessava. Ma quella ragazza era diversa. La prima cosa che mi era venuta in mente guardandola è stata <i>E’ lei</i>. Era carinissima. Non era una bellezza mozzafiato, no. Era normale. Indossava jeans blu scuro e una camicia bianca sagomata con le maniche al gomito. Anche lei aveva le All Star ai piedi, mi era venuto da ridere, chissà se lei aveva sorriso per questo. Era semplice. E con un paio di occhi di colore verde azzurro incredibili, perforanti. </div>
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<br /></div>
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Fino a quel giorno non avevo creduto ai colpi di fulmine, ma, mentre la osservavo entrare in aula, ero certo che mi stesse capitando in quel momento: un fulmine era arrivato a sconvolgere la mia esistenza tranquilla e monotona e da quel momento tutto sarebbe stato diverso. Lo avevo capito subito. Dopo pochi secondi ero entrato in aula, cercandola con lo sguardo, senza nemmeno preoccuparmi di non darlo a vedere. Ero troppo eccitato, mi sentivo vivo, per la prima volta dopo anni. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In preda ad una sorta di frenesia, avevo tenuto la prima lezione, senza quasi staccare lo sguardo da lei, che ricambiava le mie occhiate, facendomi impazzire. Avrei voluto che tutti gli altri sparissero e baciarla, lì, subito. Per un attimo avevo temuto anche di non riuscire a controllarmi e che avrei seguito l’istinto di saltarle addosso durante la lezione, incurante del pubblico. </div>
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Appena era uscita dall’aula, l’avevo seguita e le avevo chiesto di venire fuori con me. Per quanto assurdo, sapevo bene che avrebbe acconsentito. L’avevo abbracciata e l’avevo portata al giardino botanico. Lei era presa da me allo stesso modo, non avevo dubbi. Si lasciava guidare senza staccare gli occhi dai miei, sembrava ipnotizzata. Ero felicissimo e le avevo chiesto il suo nome. <i>Chiara</i>. </div>
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<br /></div>
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In quei pochi minuti, i suoi tratti si erano impressi per sempre nel mio cervello: la sua bocca piccola e attraente, i suoi occhi vivaci e cangianti, i suoi capelli a spaghetto, il suo corpo piccolo, proporzionato. Mi attraeva in maniera incredibile. Questa ragazza aveva qualcosa che non avevo mai trovato in nessuna. </div>
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<br /></div>
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Eravamo stati pochi minuti insieme, poi Fabio era venuto a chiamarmi ed ero dovuto tornare in aula. L’avevo salutata e lei era rimasta lì a guardarmi come fosse frastornata. Il colpo di fulmine aveva colpito anche lei, ero sicuro. Felicissimo, ero corso via, fantasticando già sul nostro futuro. </div>
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Soltanto appena tornato a casa, il peso della realtà era tornato a schiacciarmi e la felicità della mattina si era trasformata in uno strazio: non potevo coinvolgere un’innocente ragazza nella mia vita piena di pericoli. </div>
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<br /></div>
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Avevo deciso, quindi, con una forza di volontà che non mi apparteneva, di tagliare quella storia non ancora iniziata e cercare, se possibile, di dimenticare Chiara, anche se mi sembrava pura follia.</div>
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Così il giorno dopo non l’avevo nemmeno salutata e avevo visto la delusione distruggere il suo splendido sorriso. L’immagine dei suoi occhi che mi cercavano e che vedevano in me un estraneo mi aveva fatto star male come niente altro al mondo. Cercavo di dissimulare la mia frustrazione e il mio dolore ed ero bravo nel mascherare i miei sentimenti, ero sicuro che stesse pensando che ero un bastardo. Meglio, sarebbe stato più facile. Per lei. </div>
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<br /></div>
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Ero riuscito a comportarmi malissimo per tutta la settimana. Credevo che sarei riuscito nel mio intento di farmi odiare, ma di dimenticarla non se ne parlava proprio. Continuavo a vedere lei dappertutto. Pensavo a lei, sempre. Gli sguardi del primo giorno mi tormentavano. Non facevo altro che immaginare di baciarla, in mille modi diversi avevo immaginato il nostro primo bacio in quei giorni. E ognuna di quelle immagini era meglio di quella precedente. Mi stavo torturando, immaginando qualcosa che non poteva accadere, che sapevo non doveva accadere e che desideravo con tutto me stesso che accadesse.</div>
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<br /></div>
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Il lunedì mattina, appena arrivato davanti al cancello della facoltà, l’avevo vista. Stava parcheggiando la macchina. Il destino aveva voluto che ci incontrassimo di nuovo. La mia forza di volontà era svanita tutta di colpo. Mi sentivo come creta tra le mani di lei, volevo solo che mi guardasse, che mi toccasse, che mi facesse suo. Ero rimasto immobile, appoggiato ad un palo della luce, ad osservarla mentre usciva dalla macchina e si accorgeva di me. Probabilmente non mi odiava ancora perché un sorriso enorme le si era disegnato sul viso, le avevo teso le braccia e le avevo detto che mi era mancata, poi l’avevo abbracciata. In preda ad una felicità assurda per quel contatto, consapevole che per lei era lo stesso, non ero riuscito a trattenermi e le avevo sollevato il viso per baciarla. Credo che non sia esistito mai un bacio tanto perfetto, meglio di come lo avevo immaginato, troppe volte, nella settimana prima. Sentivo le sue labbra sulle mie, la sua lingua che mi esplorava e si univa alla mia, dolcemente. Ci fermavamo a riprendere fiato e continuavamo a baciarci, lì sul marciapiede, dove chiunque avrebbe potuto vederci. Dove chiunque sapeva chi ero. Ma in quel momento non me ne importava niente. Ero felice. </div>
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<br /></div>
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Quando ci eravamo staccati non avevo potuto trattenermi dal ridere e le avevo detto che quella scena l’avevo vissuta nella mia testa tante volte. Lei aveva fatto un’espressione confusa e, come se stesse anche lei riprendendo il contatto con la realtà in quel momento, mi aveva chiesto spiegazioni. In un impeto di sincerità, le avevo detto chi ero. Lei era visibilmente sconvolta dalla mia confessione, non se lo aspettava proprio ed era entrata in aula senza rispondermi. </div>
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<br /></div>
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La mia paura più grande, dopo aver realizzato che cosa le avevo detto, era che mi prendesse a schiaffi, ma non l’aveva fatto. </div>
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<div style="text-align: justify;">
In aula avevo di nuovo cercato i suoi sguardi e lei aveva ricambiato, anche se aveva perso l’aria decisa della prima volta e sembrava un po’ confusa. Non potevo darle torto. Mentre parlavo, qualcuno mi aveva fatto una domanda e, non so come, ero finito a parlare del destino. Il destino per me era Chiara e non avevo perso l’occasione per dire, sorridendo, che contro il destino non si può combattere. Dal suo sguardo avevo capito che lei aveva colto la mia allusione. Come avrebbe potuto non coglierla? Ogni mio pensiero, ogni cosa che dicevo era rivolta a lei.</div>
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Finita la lezione, contro ogni mio proposito, ormai incapace di seguire la razionalità, l’avevo invitata a pranzo ed avevamo passato un pomeriggio meraviglioso insieme. Sapevo che non avremmo avuto un futuro insieme, anche se Chiara era inequivocabilmente la mia anima gemella, l’altra metà del cielo, quella che si incontra una sola volta nella vita. </div>
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Ero così preso da Chiara, che le avevo anche chiesto di sposarmi quel pomeriggio; lei era rimasta visibilmente colpita, lusingata forse ed era arrossita, ma mi aveva dato la risposta che non avrei voluto sentire. Se mi avesse gettato le braccia al collo dicendomi di sì in quel momento, forse sarei scappato con lei, sarei fuggito a gambe levate dalla mia realtà, lasciandomi tutto alle spalle. Ma Chiara, dimostrandosi molto più matura della sua età (e anche di me), mi aveva risposto razionalmente, dicendomi di no. Anche se aveva delle ottime ragioni per rispondermi così, le sue parole mi avevano smontato e avevano frenato la mia eccitazione, riportandomi con i piedi per terra. </div>
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<br /></div>
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In quel momento mi sentivo così coinvolto e avevo sentito un’ammirazione per lei così grande che mi ero sbilanciato dicendole che avrei voluto dirle che l’amavo. Lei era rimasta a guardarmi, probabilmente chiedendosi a che gioco stessi giocando e allora avevo cambiato discorso parlando di banalità, lanciando ogni tanto qualche battuta sul fatto che avremmo potuto essere amanti se avessimo voluto, che per noi c’era solo questa possibilità. Mi ero comportato malissimo, ma non volevo illuderla più di quanto non stessi già facendo. E poi ci eravamo salutati molto tristi, dicendoci che la cosa finiva lì. </div>
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<br /></div>
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I giorni successivi a lezione erano stati tremendi, era terribile che lei fosse lì e io non potessi toccarla, abbracciarla, baciarla e quasi nemmeno parlarle. Non avrei saputo trattenermi. L’ultimo giorno ci eravamo salutati freddamente e lei mi aveva fatto gli auguri per la mia nuova vita. Era stato terribile sentirsi dire parole di circostanza, sapendo bene che né io né lei avremmo mai voluto che io compissi quel passo. Avevo trascorso la settimana successiva, tentando in ogni modo di dimenticarmi di lei, ma non era facile. </div>
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<br /></div>
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Una sera, per disperazione, ero andato da solo ad un concerto e il destino aveva voluto che ci incontrassimo di nuovo. Durante la prima mezz’ora ero stato completamente distratto e sentivo nell’aria il suo profumo, sentivo che l’avrei incontrata presto. Cercavo nelle file davanti, nel buio, sperando di incontrare il suo sguardo, ma non era accaduto. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Queste cose succedono solo nei film</i>, mi ero detto. </div>
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<br /></div>
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Poi mi ero sentito bussare su una spalla e sapevo già che era lei, ma avevo paura di voltarmi perché temevo di rompere l’incantesimo. Come in un film al rallentatore, mi ero girato e avevo visto il suo viso nel buio. I miei occhi si erano illuminati e anche i suoi. Eravamo scoppiati a ridere. </div>
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<br /></div>
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Camminando come due fidanzati, eravamo andati al porticciolo e ci eravamo sdraiati su un masso, fianco a fianco. La luna, la notte, le stelle, il mare, l’estate mi rendevano euforico e fin troppo consapevole del suo corpo accanto al mio. Non mi era capitato mai prima, avevo iniziato a tremare, il mio corpo era scosso da brividi violenti e inarrestabili. Se n’era accorta immediatamente. Ci eravamo girati contemporaneamente l’uno verso l’altra e, come qualcosa che non puoi fermare, ineluttabile come il destino, ci eravamo trovati avvinghiati a baciarci eccitati. </div>
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<br /></div>
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Non so per quanto tempo eravamo rimasti così, io sentivo il mio cuore scoppiare e non ero riuscito a trattenere le mie emozioni, così le avevo detto che l’amavo. Lei si era alzata e mi aveva preso per mano, portandomi in una spiaggetta illuminata solo dalla luna sopra di noi. Mi ero sentito come se fossi il protagonista di un film, mille pensieri mi avevano attraversato la testa, l’eccitazione di quel momento era incredibile. La guardavo, tenendola per mano, cercando di leggerle nella mente i pensieri che potevo facilmente indovinare. Non era difficile immaginare fin dove ci saremmo spinti quella sera e non vedevo l’ora. Sapevo che lei era ancora molto giovane e che probabilmente aveva deciso di concedersi a me per la prima volta, contro ogni buon senso. Ma ero troppo egoista e la desideravo troppo per cercare di dissuaderla. Mi aveva sorpreso per la sua intraprendenza quando, guardandomi negli occhi, si era sfilata il vestito ed era rimasta con un completino intimo azzurro che le donava in maniera incredibile. Continuando a percorrere la strada che era già segnata, le avevo detto che era bellissima e poi mi ero spogliato anche io. Aveva guardato il mio corpo con indosso solo i boxer blu con un’aria carica di desiderio e insieme ci eravamo diretti in acqua. Era stato tutto molto naturale fra di noi. Immagino che sia andata così bene proprio perché eravamo noi due, non poteva andare diversamente, non poteva andare male. Non con lei. </div>
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Avevamo passato il limite, sarebbe stato ancora più difficile tornare indietro. Non ci eravamo detti molte parole, non ce n’era bisogno. Sapevamo perché l’avevamo fatto: non potevamo rinunciare a questi momenti, sarebbe stato un rimpianto troppo grande per entrambi. Così avevamo deciso di vivere comunque il momento, a dispetto della realtà. </div>
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L’avevo accompagnata a casa e pensavo di essermi innamorato follemente di lei, non volevo separarmene perché temevo per l’indomani. Il nostro futuro non era certo. La notte non avevo chiuso occhio, non avevo fatto altro che pensare a quei momenti meravigliosi e immaginavo di riviverli ancora… e ancora. </div>
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<br /></div>
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La mattina dopo mi sentivo un quindicenne alla sua prima cotta, ero andato a prenderla ed eravamo stati tutto il giorno insieme. Le giornate si erano susseguite felici e simili, sempre innamorato, sempre con lei, per dieci interi giorni. </div>
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Le mie sicurezze vacillavano in quel periodo e da lei volevo delle certezze che non mi dava. La sua maturità era sempre troppo evidente, come una barriera tra noi. Stroncava le mie proposte di matrimonio perché non voleva illudermi che sarebbe rimasta con me per sempre. Era molto onesta, riconosceva che a diciotto anni non era facile promettersi sinceramente a un uomo appena conosciuto (che non si comportava come uno stinco di santo oltretutto). La mia stima nei suoi confronti cresceva sempre di più. E anche l’amore. </div>
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<br /></div>
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Chiara aveva un modo di fare che mi stupiva e mi sconvolgeva, affascinandomi immensamente. Dimostrava di apprezzare il mio modo di essere, le piacevo davvero. La sua presenza nella mia vita mi stava ricreando, stavo nascendo una seconda volta, mi sentivo un fortunato come pochi ad avere avuto questa occasione. Per quanto mi sembrasse assurdo, per qualche strana ragione lei sembrava essere innamorata di me almeno quanto lo ero io di lei. Non mi ero mai sentito così, nemmeno quando mi ero innamorato per la prima volta.</div>
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<br /></div>
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Per me Chiara era come una droga, non riuscivo a pensare di stare senza di lei. Andavo a prenderla alle otto del mattino e la riaccompagnavo a casa a notte fonda. Facevamo un sacco di cose insieme, anche le più stupide, divertendoci come matti, ridevamo molto, per qualsiasi cosa.</div>
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<br /></div>
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Mi sentivo un pazzo, avevo la certezza di essermi follemente innamorato e anche la certezza che non saremmo mai stati insieme e la colpa era solo mia.</div>
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L’ultima volta che ci eravamo visti, avrei voluto scriverle una dedica bellissima che rispecchiasse i miei sentimenti per lei, ma ero riuscito solo a scarabocchiare “Per la prossima vita che vivremo. Come anticipo”. Era un pensiero molto triste, senza speranza, come ero io. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo poi preso in prestito le parole, altrettanto tristi, del mio poeta preferito Pablo Neruda e le avevo dedicato alcuni versi struggenti il cui significato è ti lascio e ti auguro di dimenticarmi, ma ti sarò sempre accanto. Esattamente quello che provavo per lei. </div>
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<br /></div>
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Quella sera l’avevo accompagnata a casa e sotto il portone ci eravamo salutati frettolosamente, lei era scesa dalla macchina e non si era voltata indietro. Sapevo che non lo avrebbe fatto e speravo invece che lo facesse. Forse, in quel caso, la mia volontà avrebbe vacillato di nuovo. </div>
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<br /></div>
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Mi ero allontanato nella notte, in compagnia del silenzio e della sua assenza accanto a me, così palpabile dopo dieci giorni in cui non avevo visto che lei per quasi venti ore al giorno. Stavo malissimo. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo telefonato a Fabio e mi ero fermato per un paio di birre insieme, sperando di distrarmi e poi, tornando verso casa mia, ero ripassato sotto casa di Chiara e mi ero fermato qualche minuto. Completamente distrutto, speravo che chissà per quale motivo assurdo, lei sarebbe uscita alle tre del mattino, mi avrebbe visto lì e mi avrebbe abbracciato. Ma ovviamente non era successo. </div>
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<br /></div>
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<i>Succede solo nei film</i>. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Ero tornato a casa e avevo pianto quasi tutta la notte, sentendomi davvero miserabile.</div>
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Per la versione della storia dal punto di vista di lei, <a href="http://duebagniseparati2.blogspot.it/2016/03/un-viaggio-nel-passato-alla-ricerca-del.html">qui</a>.</div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-7858496792011201922013-11-15T01:51:00.000-08:002017-08-07T04:08:37.520-07:00Un viaggio alla ricerca di qualcosa che non c'era<div style="text-align: justify;">
Chattavo sin da quando chattare si era diffuso come metodo di comunicazione alternativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Erano le prime chat, ancora rari erano i blog, non esistevano il messenger e icq, meno che mai le web cam integrate nei computer (almeno in quelli comuni), l’e-mail stava iniziando ad essere utilizzata a livello popolare e hotmail era quella più diffusa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo conosciuto Felix in una chat di mIRC.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come sempre accadeva allora (e probabilmente continua ad accadere, ma non frequento più le chat!), se entravi in chat con un nome femminile, potevi scommettere che dopo nemmeno dieci secondi saresti stata tempestata da messaggi privati di uomini che volevano chattare con te.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta avevo provato a usare il nickname “Pippo”… non mi si era filato nessuno. Avevo allora contattato uno dei nomi presenti in chat e avevo preso a parlargli. Il tale rispondeva a monosillabi e mi lasciava ad attendere le sue risposte per minuti: non aveva nessuna intenzione di conversare con un Pippo. Solo quando gli avevo rivelato che ero una donna, avevamo avviato una divertente conversazione, nella quale io avevo cercato di spiegargli che ero una donna e lui non mi aveva essenzialmente creduto, anche se era rimasto un po’ spiazzato da quello che avevo detto perché probabilmente, in fondo, si capiva che ero donna davvero. Solo che poi, il mio indirizzo e-mail, che allora era lo stesso di mio padre e che portava il suo nome (maschile chiaramente), aveva fatto desistere il tale, che mi aveva congedato come uomo con probabili inclinazioni omosessuali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo tre nickname, nella chat di mIRC. Quello che usavo di più era Sky – cielo, il nick con cui mi sentivo più a mio agio, che mi ispirava serenità e mi rappresentava bene tutti i giorni -, poi c’era Pearl – quando mi sentivo un po’ più triste o sola -, infine Moira – il nick che usavo quando ero molto allegra.</div>
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Mi collegavo in chat quasi ogni sera, soprattutto perché in quel periodo mi annoiavo. Avevo rotto da poco con un tizio e non uscivo spesso. Dopo una lunga e stressante giornata di lavoro, chattare mi rilassava.</div>
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E poi, spesso, entravo in chat nella speranza di incontrare il mio amico M., la prima persona che ho conosciuto in questo mondo virtuale, un ragazzo d’oro, con cui in seguito mi sono anche incontrata, che mi ha insegnato un sacco di cose sulle chat e che, non dimenticherò mai, mi inviò, una volta, per e-mail, un programma da 2 Mb che il mio computer ci mise oltre due ore a scaricare. Che tempi!</div>
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Ricordo ancora, a distanza di molti anni, i discorsi filosofici, durati un’intera notte, con un certo Andrea di Firenze. Discorsi incentrati sui rapporti umani e il riconoscersi tra persone affini, perché dotati di antenne complementari.</div>
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Ricordo poi il Principe, un ragazzo romano, più giovane, che mi scriveva poesie. Poesie alle quali io non rispondevo e, più non gli rispondevo, più lunghe e belle le poesie diventavano.</div>
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O ancora Quelo, con cui ridevamo a crepapelle delle battute di Corrado Guzzanti.</div>
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La sera che avevo conosciuto Felix, il mio nickname era Sky. Tra tutti quelli che mi avevano mandato messaggi, appena aperta la chat, avevo scelto il più semplice e simpatico. E avevamo parlato tutta la notte, salutandoci alle 6 del mattino. Ci eravamo raccontati di tutto e scambiati le fotografie.</div>
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Io allora mandavo sempre una foto – che mi piaceva da morire - scattata un paio di anni prima, che mi ritraeva a piedi scalzi, seduta sul bordo di una fontana, con un vestito a fiori su sfondo blu, leggermente truccata e abbronzata, una notte a Ibiza. Gli era piaciuta.</div>
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Lui mi aveva mandato un primo piano, nel quale i suoi bei lineamenti risaltavano.</div>
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Erano i primi di gennaio, dopo qualche conversazione in chat, sempre più lunga e sempre più personale, mi aveva chiesto il numero di cellulare e mi aveva dato il suo. Così avevamo iniziato a sentirci anche al telefono. Mi piaceva davvero. Pensavo di essere uscita dal tunnel dell’innamoramento non ricambiato per un’altra persona, tunnel nel quale vagavo da oltre due anni.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaRblvs8oofKLavSSHWTr2Q6KMDif-eb43kThmTcgDVJ1unKzqAdUTVu6IEj0aP-gAIwL8OigkIMJpSO5CpvOSvpDGc0MCxmMkCjWhdeWRQsNWOUEP-FP5RQ3kc8OGoyVLGWZswl-0D0X7/s1600/buonanotte-con-treno-volante-e-paesaggio-notturno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaRblvs8oofKLavSSHWTr2Q6KMDif-eb43kThmTcgDVJ1unKzqAdUTVu6IEj0aP-gAIwL8OigkIMJpSO5CpvOSvpDGc0MCxmMkCjWhdeWRQsNWOUEP-FP5RQ3kc8OGoyVLGWZswl-0D0X7/s400/buonanotte-con-treno-volante-e-paesaggio-notturno.jpg" width="400" /></a></div>
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Un giorno, un paio di mesi dopo il nostro primo incontro in chat, avevamo convenuto che urgeva conoscersi di persona, per capire cosa ne sarebbe stato di quel rapporto, che ci stressava perché era già parzialmente caratterizzato dalle arrabbiature e dalle litigate di una storia normale, ma non da quello che di solito costituiva la contro parte piacevole di un rapporto di coppia, dato che non ci eravamo mai visti di persona. Abitavamo ai poli opporti della penisola, quindi avevamo deciso che Roma sarebbe stato il luogo ideale per il nostro primo incontro.</div>
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Non ero partita pensando che stavo facendo un colpo di testa, credevo davvero che mi piacesse, pensavo che a Roma ci saremmo messi insieme, finalmente. Avevo preso il treno quella sera carica di aspettative.</div>
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Durante la prima mezz’ora di viaggio, avevo parlato circa dieci volte con la mia amica Anna, unica che conosceva le ragioni della mia breve permanenza a Roma. Agli altri avevo detto che andavo per lavoro. Tanto nessuno ha mai capito niente del lavoro che faccio, potrei inventare pure che vado al Polo Nord per lavoro e ci crederebbero tutti.</div>
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Ero in fibrillazione per l’imminente incontro e ero certa che non avrei chiuso occhio. Mi ero chiusa a chiave che ancora non erano nemmeno le dieci e mi ero messa a leggere alla luce fioca della mia cuccetta di mezzo. Non che riuscissi a leggere, ero troppo emozionata e non facevo altro che fantasticare su come sarebbe stato il nostro primo bacio.</div>
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A un certo punto, avevano bussato alla porta, avevo fatto finta di dormire, sperando che, chiunque fosse, desistesse. Volevo stare sola e godermi il mio sogno ad occhi aperti.</div>
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“Sono il controllore” - aveva detto una voce fuori dalla porta - “Apra, devo fare entrare una persona”.</div>
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Per un attimo, avevo pensato di continuare a fingere di dormire, ma il controllore avrebbe potuto pensare che stavo male e avrebbe potuto buttare giù la porta, o, più semplicemente, entrare, senza troppa fatica, aprendo con il suo passepartout.</div>
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Allora, avevo fatto finta di essere stata colta nel sonno e, sbadigliando sonoramente, avevo biascicato - “Un attimo!” e, dopo una lenta e rumorosa discesa dalla cuccetta, avevo aperto la porta.</div>
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Di fronte a me, un ragazzo alto e biondo, accanto al corpulento controllore, mi guardava incuriosito. Il leggero sorriso sulle labbra lo rendeva quasi irresistibile.</div>
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Il ragazzo alto era entrato nello scompartimento, passandomi accanto sull’uscio, senza aspettare nemmeno che io mi spostassi ed era andato a sedersi con i piedi penzoloni nella cuccetta in alto, nella fila di fronte alla mia. Muoveva le gambe come i bambini e non avevo potuto fare a meno di notare le Converse All Star blu ai piedi. Le mie scarpe preferite, del mio colore preferito. Come le mie.</div>
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Improvvisamente, non mi dava più così tanto fastidio l’aver dovuto accogliere uno sconosciuto nel “mio” scompartimento.</div>
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Avevamo parlato fino a notte inoltrata: mi era davvero simpatico e mi piacevano i suoi modi di fare.</div>
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Il sorriso sincero, il modo con cui gesticolava o masticava la gomma americana, il modo in cui parlava.</div>
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L’attrazione era stata reciproca, ma io stavo andando a conoscere quello che credevo fosse l’uomo della mia vita, per cui avevo fatto finta di niente quando Sebi, in procinto di salutarci, aveva tentato, timidamente, di chiedermi il numero di telefono.</div>
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Poco prima della sua fermata, ero andata in bagno e, al mio rientro lui era già pronto con la valigia in mano e il cappotto indosso; mi aveva stretto la mano, guardandomi negli occhi e mi aveva dato un bacio sulla guancia.</div>
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Era rimasto imbambolato sull’uscio per un po’ e io mi ero voltata imbarazzata, temendo che potesse tentare di baciarmi sulla bocca. Il mio occhio era allora caduto sulla mia borsa semi aperta, dalla quale spuntava il bordo di un’audiocassetta. Avevo riconosciuto una sua cassetta, di cui mi aveva parlato, quella del concerto di Simon & Garfunkel a Londra, registrata live da lui.</div>
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Senza pensare che potesse non essere un caso che quella cassetta si trovasse nella mia borsa, gli avevo detto stupita - “Guarda, la tua cassetta è caduta nella mia borsa” e l’avevo presa in mano, porgendogliela.</div>
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Lui era arrossito violentemente e allora avevo capito. Avevo guardato la cassetta, rigirandomela tra le mani, e avevo letto il messaggio che vi aveva scritto. Imbarazzatissima, rapidamente, gli avevo consegnato la cassetta, accompagnandola con un’espressione che voleva dire “Tu mi piaci ma… insomma, scusa, ma non posso accettare”.</div>
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Lui l’aveva presa, mi aveva guardato intristito, ancora rosso in viso e deluso visibilmente dalla mia reazione ed era scappato via. Dopo qualche secondo, la sua fermata. A dividerci per sempre.</div>
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L’incontro con Sebi mi aveva lasciata un po’ spiazzata. Il gesto di regalarmi quella cassetta che per lui aveva un valore inestimabile, mi aveva colpito molto.</div>
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Ma avevo altri pensieri in testa quel giorno. Scesa dal treno, mi ero recata in albergo, avevo fatto una doccia e avevo atteso fremente che si facesse l’orario stabilito per il nostro appuntamento. Era una giornata piovosa e c’era un freddo cane, mi ero messa un paio di pantaloni e un maglioncino di lana e un paio di scarpe, con tacco alto, ma comode.</div>
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Sulla metropolitana, andando all'appuntamento, non avevo fatto altro che pensare a Felix e alla svolta che di sicuro avrebbe avuto la mia vita da quel giorno. Pensavo addirittura di potermi trasferire per seguirlo.</div>
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Non c’era spazio, nelle mie fantasie, per il ragazzo alto conosciuto in treno che, seppure, mi aveva lasciato qualcosa nel cuore.</div>
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Poi, nel momento esatto in cui avevo visto Felix venirmi incontro, dinoccolandosi, con aria da bulletto, con l’aria di uno che se la tira, i miei sogni si erano infranti fragorosamente. In quell'istante, il modo di fare di Sebi - che mi era piaciuto tanto -, mi era tornato in mente e avevo realizzato che avevo sbagliato.</div>
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Che ero stata un’illusa a pensare di potermi innamorare di una voce o di quattro parole scritte su uno schermo. Che una fotografia, anche se reale, non coglie il modo di fare di una persona, molto più importante dell’aspetto stesso. Che quella persona che mi piaceva era solo nella mia mente e che Felix non c’entrava niente, era solo una proiezione dei miei desideri.</div>
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E' stato uno degli incontri più imbarazzanti della mia vita.</div>
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Non sapevamo cosa dirci ed era più che evidente che la sensazione di disagio fosse reciproca e che non ci saremmo sentiti mai più. Che lui era rimasto deluso tanto quanto me e che avrebbe voluto trovarsi di fronte una<i> femme fatale</i>, magari in minigonna e tacchi alti, invece di una ragazza semplice, con solo un filo di trucco, pantaloni e scarpe comode… semplicemente me.</div>
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In treno al ritorno, una coppia di giovanissimi, non aveva fatto altro che pomiciare selvaggiamente nella cuccetta sotto la mia, rammentandomi che io invece ero da sola.</div>
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Avevo pensato a Sebi tutto il tempo. Mi ero maledetta per avergli restituito la cassetta. Dopotutto lui me l’aveva regalata e restituirla era stato pure un po’ scortese.</div>
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Le parole che vi aveva scritto, in stampatello, con il pennarello indelebile verde, sulla plastica, non facevano altro che tornarmi in mente, erano lì, come scolpite nella mia mente. Tutte, punteggiatura compresa, tranne la cosa più importante.</div>
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<span style="color: #f1c232;">È stato bello conoscerti. Se ti andasse di rivedermi, ne sarei felice. Il mio numero è questo: 0338/918…</span></div>
paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-88016757489735906272013-11-15T01:37:00.000-08:002016-06-02T00:38:12.606-07:00E a qualche ombra che mi sfiorerà darò il tuo nome perché la mia anima le risponda<img alt="" class="mright" src="http://img.forumfree.net/index_file/spacer.gif" style="border: 0px; display: block; height: 0px; visibility: hidden;" /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE76zIIclVYN6Or7kXvNAvMxJ44CDAEsRO54xDlG2p4hvLrHwxUGPxpgrZXQYc8wzuCxFwC-bM3vpeIBHND8_vEwlXEgEnL36K3Z-vnYt8X-OhHYcB7sYraSbw0Nyq44nY8bo8Hg-O7wUZ/s1600/victoriafrances23.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE76zIIclVYN6Or7kXvNAvMxJ44CDAEsRO54xDlG2p4hvLrHwxUGPxpgrZXQYc8wzuCxFwC-bM3vpeIBHND8_vEwlXEgEnL36K3Z-vnYt8X-OhHYcB7sYraSbw0Nyq44nY8bo8Hg-O7wUZ/s400/victoriafrances23.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: white; color: #33aaff; font-family: 'Indie Flower'; font-size: 14.545454025268555px; line-height: 21.81818199157715px;">Per l'immagine grazie a Lady Alexandra di </span><a href="http://diariodicorte.forumcommunity.net/" style="background-color: white; color: #cc0000; font-family: 'Indie Flower'; font-size: 14.545454025268555px; line-height: 21.81818199157715px; text-decoration: none;">Diario di Corte</a></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi torni in mente e mi chiedo se sei un ricordo sbiadito dalla nebbia del tempo o forse piuttosto sei un sogno.</div><div style="text-align: justify;">Era bastato solo uno sguardo per capire che eri quello che stavo cercando, che tu eri l'anima gemella che non credevo esistesse. Ne ricordo la consapevolezza, quando ci siamo conosciuti, poche parole scambiate ma i nostri occhi che si cercavano sempre. E la voglia irrefrenabile di farsi travolgere dal destino.</div><div style="text-align: justify;">Una sera ci siamo incontrati per caso, lontano da tutto quello che rappresentavamo l'uno per l'altra nella nostra vita quotidiana. Era il nostro destino.</div><div style="text-align: justify;">Ricordo, come in un sogno con i contorni sfocati dal tempo, il brillare dei tuoi occhi nel momento in cui si sono posati su di me, le nostre parole, discorsi infiniti, sul passato, sulle coincidenze, sull'anima gemella, sul destino che ci aveva fatto incontrare.</div><div style="text-align: justify;">Parlavamo delle cose che avevamo in comune e ti leggevo pezzi dei miei libri preferiti e delle mie poesie. Tu ascoltavi rapito, da me, dalle mie parole, da quello che si stava succedendo... tu, che mi tremavi accanto, spaccato tra desiderio e razionalità cosciente delle nostre ali tarpate.</div><div style="text-align: justify;">Fino a che quello che sapevamo essere il nostro destino ci ha travolto con furia e la freschezza dei miei spensierati vent'anni si è abbattuta su di te, con la violenza di un temporale che risveglia piangente un bambino da un sogno.</div><div style="text-align: justify;">E allora tutto è diventato estasi e stretti l'uno accanto all'altra, parlavamo, sorridevamo e promettevamo di essere sempre l'uno per l'altra quello che eravamo allora.</div><div style="text-align: justify;">Finì come doveva finire, lo sapevamo che sarebbe andata così.</div><div style="text-align: justify;">Nessun rancore e tanta nostalgia per le nostre ali che non si sarebbero più spiegate in volo, non più insieme.</div><div style="text-align: justify;">Mi hai salutato dedicandomi la più bella e struggente dedica al mondo.</div><div style="text-align: justify;"><i>Ma tutta la mia vita non sarà che un canto di nostalgia per la felicità perduta… ti auguro di dimenticare presto il mio nome e di trovare un amore che ti dia soltanto gioia. Ti seguirò da lontano con la fedeltà del ricordo e sarò felice di saperti felice all'infuori di me. Me ne andrò per le strade con il tuo sorriso dentro il cuore e a qualche ombra che mi sfiorerà darò il tuo nome perché la mia anima le risponda.</i></div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-36823610188445847022013-11-02T02:52:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.625-07:00Notte (1998)<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkqe7R5uLbmbl2BctaXc2Bd4ErcmcZ4BER1-RP8OzdB4LazeoyiupUQnbvuDiQvF4YJKf3jZ71kgdcpZVystAxfSpBQhgwN9pDx0aK4fBu7nMXp6aWi212cqiflzP2FWWoFeL15KdEYqRD/s1600/Notte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkqe7R5uLbmbl2BctaXc2Bd4ErcmcZ4BER1-RP8OzdB4LazeoyiupUQnbvuDiQvF4YJKf3jZ71kgdcpZVystAxfSpBQhgwN9pDx0aK4fBu7nMXp6aWi212cqiflzP2FWWoFeL15KdEYqRD/s640/Notte.jpg" width="476" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="background-color: white; color: #33aaff; font-family: 'Indie Flower'; font-size: 18.18181800842285px; line-height: 21.81818199157715px; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 4px; position: relative; text-align: center;"><tbody><tr><td class="tr-caption">Per l'immagine grazie a Lady Alexandra di <a href="http://diariodicorte.forumcommunity.net/">Diario di Corte</a></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><div style="text-align: center;">Intorno, la luce chiara</div><div style="text-align: center;">si taglia come fosse nebbia densa.</div><div style="text-align: center;">Improvvisamente, il buio</div><div style="text-align: center;">ad avvolgere tutto</div><div style="text-align: center;">me, gli altri, il mondo intero.</div><div style="text-align: center;">Vago nell'oscurità e incontro</div><div style="text-align: center;">le anime di quelli che mi hanno preceduto</div><div style="text-align: center;">nel viaggio che sto per iniziare.<br /><br /><br /></div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-39693188891645517552013-10-31T05:25:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.639-07:00Lampada Osram<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0tgTd5PMLHCpSDphbdi2Om2l-EltTzIi9zk2tfoieggsU-2rpmrZtdMCtzKtQqWeTEIEQE70LUsreJnZ6_AlIxhp9kJT_AFb5X7lI9ptRkZ7O5qHOIUTfO2vaZHGjns46s3JhPSycCxAj/s1600/8517165-illustrazione-di-un-uomo-baciare-una-ragazza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0tgTd5PMLHCpSDphbdi2Om2l-EltTzIi9zk2tfoieggsU-2rpmrZtdMCtzKtQqWeTEIEQE70LUsreJnZ6_AlIxhp9kJT_AFb5X7lI9ptRkZ7O5qHOIUTfO2vaZHGjns46s3JhPSycCxAj/s1600/8517165-illustrazione-di-un-uomo-baciare-una-ragazza.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;"><b>Sottotitolo: il mio quasi primo bacio</b></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Era tanto tempo fa, in un periodo in cui ascoltavo<a href="http://www.baglionifansite.com/l_album_di_claudio_baglioni.html" target="_blank"> alcuni LP</a> di Claudio Baglioni a ripetizione e <a href="http://www.youtube.com/watch?v=q_0azimONq0" target="_blank">Lampada Osram</a> era una delle mie canzoni preferite, anche perché mi ritrovavo un po' nella protagonista <i>ammarronata</i>. E, in generale, la malinconia di Claudio Baglioni mi si confaceva.</div><div style="text-align: justify;">Non avevo motivi per essere così malinconica... ero giovane, stavo bene, avevo tanti amici e una famiglia serena, ma lo ero.</div><div style="text-align: justify;">In quei giorni, un po' inconsapevolmente, stavo illudendo un po' <b>uno</b> con cui ogni tanto uscivo il pomeriggio e che un po' mi piaceva pure, ma, in effetti, ero cotta di un <i><b>altro</b></i>.</div><div style="text-align: justify;">Quest'<i><b>altro</b></i> era uno che <b>mi</b> illudeva, non so quanto inconsapevolmente, e che metterei nella categoria dei "<a href="http://paroleperaria.blogspot.it/2009/07/il-tipo-ti-farei-di-tutto-compreso.html" target="_blank">confusi e infelici</a>", anzi, che, in quel periodo, era sul <b>podio</b> dei confusi e infelici della mia vita. </div><div style="text-align: justify;">Quindi, quella mattina, con il tizio con cui uscivo ogni tanto, camminavamo... mano nella mano... ?!</div><div style="text-align: justify;">non mi ricordo bene questo particolare... ma forse sì, perché l'ho detto che lo stavo un po' illudendo il tipo (ma, a mia discolpa, avevo quindici anni e frequentavo un gruppetto in cui uscire insieme e tenersi per mano non significava chissà cosa).</div><div style="text-align: justify;">A un certo punto, questi fece una battuta che lasciava molto poco spazio all'interpretazione e da quella capii che lui era andato <b>oltre</b>... per me era un'amicizia molto piacevole, ma non ero affatto determinata a farla diventare qualcosa di più, almeno non subito, non in quel momento in cui <b><i>sul podio</i></b> c'era qualcun altro.</div><div style="text-align: justify;">Dopo pochi secondi dalla battuta, giunse il gesto... l'avvicinarsi piano, con lo sguardo che si sposta dagli occhi alla bocca. </div><div style="text-align: justify;">Non so cosa lesse nei miei occhi e non so nemmeno cosa volessi trasmettere io.</div><div style="text-align: justify;">Sapevo che il mio rifiuto lo avrebbe ferito e ci avrebbe allontanato e mi dispiaceva, ma sapevo anche che non potevo dare il primo bacio a qualcuno di cui non fossi innamorata... quando il qualcuno di cui ero innamorata esisteva, lo vedevo ogni giorno e, sebbene mi desse segnali fortemente contrastanti, del tipo un giorno ero al centro dei suoi pensieri e il giorno dopo non esistevo, dentro di me sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa. <i>E, per la cronaca, ho mantenuto questa convinzione da illusa fino a quando, quasi due anni dopo, giunse colui che <b>dal podio</b> lo spodestò.</i></div><div style="text-align: justify;">Così, con in mente mille pensieri, decisi per la classica mossa del girare la faccia e il mio quasi primo bacio si stampò sulla guancia e mi sfiorò un angolo della bocca. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">C'è un modo di dire che è "<i>fare testina</i>"... quando uno si avvicina per baciarti e tu vai indietro con la testa. Se c'è un modo di dire, sarà frequente... a me è capitato solo quella volta. Le altre volte, ho ricambiato o non ho permesso che arrivassimo a quel momento. E, fortunatamente, non mi è mai capitato che qualcuno <i>facesse testina</i> a me. Ma perché capita? Tralasciando quando hai quindici anni, che di stronzate sei autorizzato a farne per via dell'età (quella che io e un paio di amiche chiamiamo "della bestialità")... se capita da grandi... perché?</div><div style="text-align: justify;">Perché la gente ti illude anche se non ti vuole e te lo fa capire solo nel momento in cui tenti di baciarla, che è l'ultimo momento in cui può tirarsi indietro? Perché la gente è confusa e non sa quello che vuole e lo capisce proprio quando stai per baciarla (che non ti vuole)?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-728933439094858422013-10-24T08:31:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.654-07:00Tristezza (1993)<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikqOgWC8k7GQkkuijkViOgDpXoGCftaX5nMB70SZfnZajbx0pJusk3JnkeV8DjO3MKj5LiDESUddLy7O61EsmS-bKjb4rFQSJ54cmecWwRT3gXDFjXJKUpqI-8Fkx_3T2x5HSbunV8lh-V/s1600/HoMzkNT.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikqOgWC8k7GQkkuijkViOgDpXoGCftaX5nMB70SZfnZajbx0pJusk3JnkeV8DjO3MKj5LiDESUddLy7O61EsmS-bKjb4rFQSJ54cmecWwRT3gXDFjXJKUpqI-8Fkx_3T2x5HSbunV8lh-V/s640/HoMzkNT.png" width="480" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Per l'immagine grazie a Lady Alexandra di <a href="http://diariodicorte.forumcommunity.net/" target="_blank">Diario di Corte</a></td></tr></tbody></table><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;">Distruggiamo le memorie</div><div style="text-align: center;">e riponiamo i nostri sogni in angoli bui che non vedranno</div><div style="text-align: center;">mai più la luce.</div><div style="text-align: center;">Ombra, lascia che di me solo questo rimanga</div><div style="text-align: center;">e, fantasma in un castello,</div><div style="text-align: center;">errante nella notte</div><div style="text-align: center;">sentirai di me stridere le catene</div><div style="text-align: center;">Sono le mie lacrime</div><div style="text-align: center;">che scendono pesanti come pezzi di ferro</div><div style="text-align: center;">lasciando sul volto solchi profondi</div><div style="text-align: center;">come pozzi neri di cui non si vede il fondo.</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-67684177437460579102013-10-21T09:25:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.670-07:00Ancora tra un anno (1993)<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1ehvU5mTK-C_V94lwyToAtmOeiKVsr0FJVD-Z0E0J7AZ_twyKzozmP0KN-f-m7LWIjWGfZS3tUWllREf-HD1ztmpo-5AtECYLNNUjpmKfD5qcSraj5lalhoXyrm_nhRLOTDD8WEV9-KXR/s1600/walking_away_by_enchantedwhispers-ladyalex.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1ehvU5mTK-C_V94lwyToAtmOeiKVsr0FJVD-Z0E0J7AZ_twyKzozmP0KN-f-m7LWIjWGfZS3tUWllREf-HD1ztmpo-5AtECYLNNUjpmKfD5qcSraj5lalhoXyrm_nhRLOTDD8WEV9-KXR/s640/walking_away_by_enchantedwhispers-ladyalex.png" width="540" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Grazie a Lady Alexandra, di <a href="http://diariodicorte.forumcommunity.net/" target="_blank">Diario di Corte</a> per l'immagine.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;">Sarai ancora qui</div><div style="text-align: center;">tra un anno</div><div style="text-align: center;">tra due o tra dieci</div><div style="text-align: center;">a riempire le mie giornate</div><div style="text-align: center;">e impossessarti dei miei pensieri</div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;">Sarà magari il sorriso di un altro</div><div style="text-align: center;">a ricordarmi la dolcezza del tuo</div><div style="text-align: center;">e ad accendere nella memoria</div><div style="text-align: center;">le parole e le immagini</div><div style="text-align: center;">che ti rendono a me</div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;">Camminerò felice per le strade</div><div style="text-align: center;">e sorriderò stringendomi a lui</div><div style="text-align: center;">pensando di esserti ancora accanto</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-66235484362325337952013-10-20T12:57:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.685-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMbsy1CRYipnOsEn7fyqONHi5slPwQpqsY80V8zgsIcjTKkplc5SxBz4sENpI_Op5Ru_HFNGUCR-xArqgzyNQ8W1b2xNgAobK3NdvI5c9BXW63BZdNkJVIQVcIXqo4728uFmnFTQa3klaK/s1600/1014269_10151432092797382_863848652_n.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMbsy1CRYipnOsEn7fyqONHi5slPwQpqsY80V8zgsIcjTKkplc5SxBz4sENpI_Op5Ru_HFNGUCR-xArqgzyNQ8W1b2xNgAobK3NdvI5c9BXW63BZdNkJVIQVcIXqo4728uFmnFTQa3klaK/s320/1014269_10151432092797382_863848652_n.png" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh81H6tMIdwYnvP1GLZ5VQT6OXlbBheqdbnjniIwCdlvrm4IgvDnhIg_Tj6Hjqq01H3D3fYAfyZgAFKB4nxqxbbD5EvLhhDjKVMzNFnKUyzBA_knTD83sgIqxx6DjXlPiD-tdVE0vlT5IkC/s1600/1379427_735808689769776_545144784_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh81H6tMIdwYnvP1GLZ5VQT6OXlbBheqdbnjniIwCdlvrm4IgvDnhIg_Tj6Hjqq01H3D3fYAfyZgAFKB4nxqxbbD5EvLhhDjKVMzNFnKUyzBA_knTD83sgIqxx6DjXlPiD-tdVE0vlT5IkC/s320/1379427_735808689769776_545144784_n.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-34524012095671274262013-10-15T05:32:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.715-07:00La casa con bagni separati: l'inizio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA5ZA1S890WrIBeXes2Vqblujbi4gLPn2ZXBifGqDwRBgBPUJSlBQK9qj5MWjpD-j-F7dEaIXaIvKKM1ckJC1yKDcQma9WhpgHHFelI9J_x7NK078F4AMHyv1AFs16cn9I3VdbFi81yUHl/s1600/sole+sul+mare+14+ottobre+2011+005.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA5ZA1S890WrIBeXes2Vqblujbi4gLPn2ZXBifGqDwRBgBPUJSlBQK9qj5MWjpD-j-F7dEaIXaIvKKM1ckJC1yKDcQma9WhpgHHFelI9J_x7NK078F4AMHyv1AFs16cn9I3VdbFi81yUHl/s640/sole+sul+mare+14+ottobre+2011+005.JPG" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa casa, casa nuova, l’avevamo vista tempo fa, molto tempo fa, quando non ce la potevamo nemmeno permettere, sulla carta. </div><div style="text-align: justify;">Ci era piaciuta subito, a tutti e due. Su alcune cose andiamo perfettamente d’accordo. </div><div style="text-align: justify;">Poi sono passati degli anni e, a fine del 2008, la casa ci si è ripresentata davanti. Ancora sulla carta e lievemente diversa nella divisione interna e, soprattutto, con un’esatta allocazione nello spazio, a noi visibile sotto forma di grosso scavo in cui bisognava stare attenti a non scivolare. </div><div style="text-align: justify;">Sebbene la divisione interna non fosse il massimo della comodità, abbiamo deciso lo stesso che quella sarebbe stata la casa della nostra vita, così abbiamo iniziato a trattare con i costruttori. Siccome io sono una persona abbastanza testarda e a volte anche parecchio rompiballe, mi sono sbilanciata a chiedere delle modifiche strutturali che eravamo quasi certi non si potessero fare per ragioni burocratiche. Sono arrivata addirittura a dire che avrei rinunciato alla casa se alcune modifiche non fossero state attuabili. </div><div style="text-align: justify;">In particolare una, ho sempre avuto un sogno: quello di avere una camera con bagno annesso, come negli alberghi. Alzarmi di notte e percorrere spazi solitari e bui per andare in bagno, non è mai stata la mia attività preferita. Ricordo ancora quanti tentennamenti, solo per sporgere il braccio di venti centimetri nel lungo corridoio buio di casa nella notte, così da accendere la luce e poter raggiungere il bagno a circa un paio di metri dalla mia stanza di ragazzina.</div><div style="text-align: justify;">Quindi, il bagno in camera era un MUST. Inoltre, questa sarà la mia casa definitiva, almeno così spero, quella della mia vita, quindi non avrò altre possibilità di avere un bagno in camera. </div><div style="text-align: justify;">E già mi pesa rinunciare alla piscina! Che sarebbe un altro sogno... di cui parlerò un'altra volta.</div><div style="text-align: justify;">La divisione della casa, in base al progetto, ci era sembrata bella, ma scomoda. Tutti gli spazi della casa erano concentrati al piano terra e le stanze erano, per forza, piccole e poi c’era un solo bagno e non in camera. </div><div style="text-align: justify;">Un’altra cosa che desideravo era un bagno per gli ospiti, il cosiddetto bagno di rappresentanza, in modo che non necessariamente chiunque andasse in bagno a casa mia dovesse conoscere la marca degli assorbenti che uso o che libri leggo quando sono seduta sulla tazza. </div><div style="text-align: justify;">Quando l’impresa ci ha detto che erano possibili tutte le modifiche che volevamo, io e il marito ci siamo sbizzarriti. Abbiamo completamente cambiato la casa. Non c’è una destinazione d’uso, adesso, che coincida con quella iniziale. Tutte le modifiche ruotavano intorno alla necessità di avere il bagno in camera. Abbiamo spostato la scala, le colonne e il garage e, alla fine, gli stessi dell’impresa ci hanno fatto i complimenti, perché il nostro progetto è stato molto più funzionale di quello che avevano fatto loro.</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-32550966971533300182013-10-11T00:55:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.729-07:00Il ragazzo dalla pigna appesa al collo con una cordicella sottile<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhecr_yXscbS5MTF2G6T4iakgNLgWDCpG4I0tNW7gwkk2LGn7Q2C-dC3LkULPSlmjqBe8qBM755MRPpceBUkq1MI67Kv5wtFc0OVkNQxiSP0tBO3UoyLqhauV5V65uU_KTW74sMZM8MvW4/s1600/pigna1.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhecr_yXscbS5MTF2G6T4iakgNLgWDCpG4I0tNW7gwkk2LGn7Q2C-dC3LkULPSlmjqBe8qBM755MRPpceBUkq1MI67Kv5wtFc0OVkNQxiSP0tBO3UoyLqhauV5V65uU_KTW74sMZM8MvW4/s400/pigna1.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi guardo intorno: la mia stanza è sempre la stessa da quasi dieci anni. </div><div style="text-align: justify;">Sdraiata sul mio letto ad una piazza e mezza, guardo la scrivania con il mio PC, ormai indispensabile compagno delle mie giornate (e nottate) e ai muri tante di quelle cose appese che non so come farò a portarmele tutte quando andrò via. </div><div style="text-align: justify;">Spero in una telefonata. </div><div style="text-align: justify;">Penso che mi ritrovo sempre qui, sdraiata sul mio letto, ogni volta, <a href="http://bagniseparati.blogspot.it/2013/10/la-genesi-atavica-del-problema.html">sotto alla motoslitta ribaltata nella tundra di notte in mezzo alla neve e ai lupi</a>, a rimettere a posto i cocci del mio cuore spezzato dal "fidanzato" <a href="http://paroleperaria.blogspot.com/2009/05/il-tipo-romantico-confuso-e-infelice.html">confuso e infelice</a> di turno. </div><div style="text-align: justify;">Mi chiedo se finirà prima o poi. Ripensando a Baricco in "Oceano Mare", mi chiedo, come Bartleboom, se da qualche parte esiste quello che da sempre è il mio uomo, colui al quale regalerò tutti gli istanti della mia vita… </div><div style="text-align: justify;">Sono immersa malinconicamente in queste riflessioni quando squilla il cellulare. Salto in aria. E' la mia amica che mi propone di andare al mare con lei e mi dice: "... Ah, viene pure l'amico di mio fratello, forse te lo ricordi, lo hai conosciuto a capodanno". </div><div style="text-align: justify;">Io, che non ho affatto memoria per gli sconosciuti e che a capodanno ero impegnata a cercare di sedurre quello che ora è l'ex "fidanzato" confuso e infelice di turno, rispondo distratta che non me lo ricordo e penso che preferivo stare sola con lei per immergerci, come sempre, nei racconti reciproci delle nostre vicende su cui finiamo immancabilmente per farci quattro risate. </div><div style="text-align: justify;">Però non glielo dico e comunque non servirebbe, perché l'amico è stato già invitato. </div><div style="text-align: justify;">Da brava amica, quindi, accetto entusiasta e ci incontriamo in spiaggia… Sorridente, subito mi presento all'amico, che mi apostrofa un po' stupito del mio gesto: "Ma noi ci conosciamo, ci siamo visti a capodanno!". Io penso "cretina che sono, me lo aveva pure detto lei che ci conoscevamo già!" e dico, mentendo spudoratamente, "Ah, scusa… Ma certo che mi ricordo!". </div><div style="text-align: justify;">L'inizio non è male e supera il mio record: prima figuraccia già fatta dopo pochi secondi di conoscenza! </div><div style="text-align: justify;">Se prima ero dispiaciuta di non essere sole, mi rendo conto, dopo poco, che il tizio non è affatto male. Comunque, forse io non sono ancora in vena di nuove amicizie romantiche, dato che ho ancora tanti altri pensieri per la testa e poi, questo tizio interessante, che porta una piccola pigna appesa al collo con una cordicella sottile, sembra essere già impegnato con una latitante tipa che si trova fuori per alcuni mesi. </div><div style="text-align: justify;">Torno a casa, contenta ma un po' delusa, pensando che, come al solito, quelli che mi interessano e a cui io potrei interessare, generalmente sono confusi oppure sono già impegnati con altre... quindi, beh... peccato, non avrò l'occasione di conoscerlo meglio. </div><div style="text-align: justify;">Però, un po' per coincidenza o perché è destino o semplicemente, in fondo, perché lo vogliamo, io e l'amico cominciamo a incontrarci spesso. Le giornate volano e il tempo passa, ma lui sta con un'altra che, sebbene latiti, comunque esiste e io non mi voglio impelagare in situazioni che mi porteranno solo guai. </div><div style="text-align: justify;">Arriva il giorno della mia partenza per una vacanza prenotata da lungo tempo e, per una strana combinazione, lo stesso giorno in cui io ritornerò dalla vacanza, la misteriosa ragazza del mio amico farà pure lei ritorno dal suo lungo viaggio. Ci salutiamo e gli ricordo, con un misto di malinconia e provocazione, che al mio ritorno non passeremo più tanto tempo insieme dato che "finalmente" conoscerò la sua ragazza. </div><div style="text-align: justify;">Al ritorno, preparata mentalmente a fare la simpatica con la suddetta ragazza, noi riprendiamo a vederci come prima della partenza ma lei non compare, io non chiedo nulla di lei e lui non fa parola, fino a quando organizziamo due giorni fuori e ci serve sapere il numero esatto dei partecipanti per organizzarci. </div><div style="text-align: justify;">"Allora voi siete in due, no?" gli chiedo e lui risponde "No, sono solo. Sai, il giorno che lei è tornata ci siamo lasciati". Sono talmente stupita e contenta che per poco non mi metto a ridere, ma dico seria "Mi dispiace".</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-30948848230289311322013-10-11T00:00:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.755-07:00Compagni di merende (parte 2)<blockquote class="tr_bq">"Il fuoco di un camino<br />non è caldo come il sole del mattino...<br />sul mio corpo il calore delle stelle<br />chissà dov'era casa mia"<br />(Io vagabondo - Nomadi)</blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIE82WPny3Gsz7VYR-UZQ2EdM919Sm-pkggwgrPsK8b4na40_Hv5rwYKcT96EhLPMaPUJUbInruk_Hllmjf5ufwVrW2xH2YEJW5S8E7-MiNmdXk9elj0qP16gEPETNRLKLXjni1-D-mAjZ/s1600/uva-capretto-frutta_~u12526051.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="314" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIE82WPny3Gsz7VYR-UZQ2EdM919Sm-pkggwgrPsK8b4na40_Hv5rwYKcT96EhLPMaPUJUbInruk_Hllmjf5ufwVrW2xH2YEJW5S8E7-MiNmdXk9elj0qP16gEPETNRLKLXjni1-D-mAjZ/s320/uva-capretto-frutta_~u12526051.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo una mattinata normale, senza eventi romantici di sorta, mi ritrovo, a fine pranzo, coinvolta in una battaglia a... sputi di semi d'anguria! Ovviamente, il mio compagno di merende si trova in prima fila tra quelli che tentano di appiccicarmi addosso i fastidiosi semini e io non sono da meno.</div><div style="text-align: justify;">Come ovvia conclusione della battaglia, bisogna lavarsi!</div><div style="text-align: justify;">E ci ritroviamo, ancora senza sapere i nomi, magicamente solo noi due, ancora tutti appiccicaticci, seduti per terra vicini, appoggiati al muro del bagno, a parlare per la prima volta.</div><div style="text-align: justify;">Ci raccontiamo con semplicità e allegria e scopro, sorpresa, che il mio nome lui in realtà lo sa da tempo.</div><div style="text-align: justify;">Il suo racconto è velato di malinconia, di qualcosa che non riesco a capire, ma il mio entusiasmo vale per tutti e due. Trascorrono sereni i giorni previsti della vacanza e l'ultimo giorno penso triste che adesso lui deve partire. Ma, nemmeno se mi leggesse nel pensiero, mi propone di andare a fare un giro in macchina in città un paio di giorni... "potremmo dormire sulla spiaggia con il sacco a pelo".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'idea di dormire sulla spiaggia sotto le stelle per me è semplicemente fantastica, penso ai Nomadi, "Io Vagabondo" in questi giorni è diventato quasi un nostro inno, insieme a "Non ho più la mia città".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ben felice, quindi, di aver dato tutte le materie prima delle vacanze e di poter contare, primo, su una macchina a disposizione e, secondo, su una famiglia che mi permette di fare quasi sempre quello che voglio, accetto entusiasta.</div><div style="text-align: justify;">Partiamo subito alla volta della città, circa 200 km di autostrada "per modo di dire", siamo in quattro con la mia modesta utilitaria… unici bagagli: i sacchi a pelo, una coperta e la chitarra.</div><div style="text-align: justify;">La passeggiata in macchina è molto piacevole, siamo tutti molto affiatati e ridiamo molto, inoltre, complici alcune occhiate attraverso lo specchietto retrovisore, sono abbastanza sicura che tra di noi sta nascendo qualcosa di bello.</div><div style="text-align: justify;">Penso che sono proprio felice, ho tutto quello che voglio in questo momento e mi sento molto "vagabonda", insieme a qualcuno che nell'animo è ancora più vagabondo di me.</div><div style="text-align: justify;">Arrivati in città, ci dirigiamo subito verso quella che è la reale romantica meta del viaggio: una spiaggia in cui cenare, suonare, cantare e addormentarci al chiarore delle stelle... solo di quelle, perché non abbiamo nemmeno una torcia.</div><div style="text-align: justify;">Per fortuna, la serata è splendida e c'è la luna, quindi riusciamo tranquillamente a sistemarci in spiaggia anche senza illuminazione artificiale. Mangiamo alcuni pezzi di pizza, accompagnati ad un po' di vino padronale, che ci sta bene, e cantiamo.</div><div style="text-align: justify;">La serata trascorre piacevolmente e ci addormentiamo vicini. All'alba siamo i primi a svegliarci sotto una pioggia sferzante e ci rimettiamo in macchina sulla via del ritorno.</div><div style="text-align: justify;">Adesso è veramente il tempo di partire.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non è successo niente tra noi, niente di tutto quello che caratterizza una storia, ma ci siamo dati tanto, hai ridato fiducia in me stessa e fatto apprezzare cose della vita che non ritenevo "valide", che avevo dimenticato o che semplicemente non conoscevo. Quanto mi ha fatto sentire libera camminare scalza o partire con amici senza meta, senza bagagli e senza porsi limiti, dormire sulla spiaggia, fregandosene dei conforts (che non ci sono), dormire per terra e dedicare parte del proprio tempo agli altri, incondizionatamente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sei partito ieri e io sono qui a scrivere che è stato proprio bello conoscerti. Conoscerti e basta.</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-62558664415004947032013-10-10T23:50:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.770-07:00Compagni di merende (parte 1)<div style="text-align: justify;"><blockquote class="tr_bq">E adesso sto cantando e ancora sto sognando<br />ma non ho più la mia città<br />non e' cambiato niente tutte le notti aspetto<br />ancora una stella cadente<br />(Ma non ho più la mia città – G. Trovato)</blockquote></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La voce di Gerardina Trovato si diffonde intorno a me, penso che questa canzone mi calza a pennello. Catania non mi basta e vorrei fuggire lontano… a New York perché no? Quello che c’è qui adesso non mi va più bene, voglio altro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La stanza enorme è squallida, la luce fioca e le pareti bianche lievemente ingrigite, pochi arredi, qualche vecchio grande tavolo di truciolato di pessima qualità.</div><div style="text-align: justify;">Alle pareti nessun quadro, solo un paio di cartelli, scritti a mano, in uno si legge “Pulite il tavolo quando vi alzate!” e in un altro “Chi viene sorpreso a lasciare sporco il tavolo a pranzo, sarà inserito nel turno di pulizia dei bagni dell’indomani!”… questo è il tono della vacanza. Autogestione. Siamo una ventina di età compresa tra i 18 e i 25 anni, io mi colloco perfettamente a metà dato che ne ho 21.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi sono trovata, come molte altre volte nella mia vita, trascinata in un’avventura in cui non credevo nemmeno troppo, mi sono fatta prendere dall’entusiasmo degli altri e dalla voglia di riempire bene le mie giornate per non avere tempo di pensare.</div><div style="text-align: justify;">Con lui è finita, se così si può dire, dato che non so nemmeno se si può dire che sia mai iniziata, e io mi sono imbottita di impegni per non cadere nell’errore di cercarlo di nuovo e adesso sono qui… da due giorni, in un’enorme scuola nella periferia di un piccolo comune della provincia, a condividere con diversi amici e molti sconosciuti, un’esperienza che, a detta di chi l’ha già provata, sarà unica.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mentre mi guardo intorno, nell’enorme stanza squallida, scrutando le espressioni buffe dei miei compagni di avventura che discutono a gruppi dei turni per la cucina e la pulizia, cammino ciondolando, mangiando uno yogurt alla ciliegia e sorrido sollevata pensando che ho già dato la mia piena disponibilità per le attività esterne piuttosto che quelle di gestione interna, quindi non mi toccherà fare turni in cucina o nei bagni, per fortuna.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8L4BbeiHQ7JGew-DINoopnSpfjU_DLSNBSTFe9zXLVlvjdEClWXJPS01wCfdMRUAJi81Xa5Awf9mnAIBhOkLvSerVNvH-leaE4qCvwK7TQ2aP2-7Y14EinxBDnRn90XEQarBz3BPBMxAG/s1600/altre_bimbi_merenda_animati_01.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8L4BbeiHQ7JGew-DINoopnSpfjU_DLSNBSTFe9zXLVlvjdEClWXJPS01wCfdMRUAJi81Xa5Awf9mnAIBhOkLvSerVNvH-leaE4qCvwK7TQ2aP2-7Y14EinxBDnRn90XEQarBz3BPBMxAG/s320/altre_bimbi_merenda_animati_01.gif" width="306" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Assorta, sorridente e pensierosa, una presenza improvvisa si manifesta davanti a me, fulminea mi ruba il cucchiaino e ne ingurgita il contenuto… “Ma che ci hai messo dentro?”, mi chiede stupito masticando. Lievemente sorpresa e piacevolmente colpita dalla sua intraprendenza, dato che non ci si conosce per nulla (nemmeno i nomi), ma non avevo potuto fare a meno di notarlo già al momento della presentazione generale due giorni prima, ribatto un po’ imbarazzata “… Sai, ci ho sbriciolato dentro una brioscina T”. Lui è del nord e le brioscine T le ha conosciute qui da noi solo da un paio di giorni, sorride e dice “Beh… è buono, me ne dai un altro po’?”. Così consumiamo insieme questa romantica merenda.</div><div style="text-align: justify;">Mentre si allontana, ripenso sorridendo al gesto di intimità che ha avuto nei miei confronti e penso che una nuova storia, qualcuno a cui pensare mi aiuterà a non pensare più ai fantasmi del passato. Però è un po’ presto e la distanza è tanta!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo cena, un amico mi convince ad andare con lui e qualche altro a guardare le stelle sul tetto… “Ma ti devi portare il materasso!”, così mi ritrovo, faccia a faccia, con il mio compiaciuto compagno di merende, a trasportare il mio materasso dal mio letto, su per le scale, sino al tetto. La serata è fantastica, la luna illumina perfettamente le nostre facce e si sta benissimo, non serve nemmeno la coperta. A guardare le stelle sul tetto è inevitabile che si formino le coppie e, mentre a due a due gli amici si accomodano guardando romanticamente la luna sulle nostre teste, intraprendente come la mattina, il mio compagno di merende si sdraia accanto a me sul materasso senza nemmeno chiedermi se sono d’accordo… e ancora non sa nemmeno il mio nome.</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-47934825884198510542013-10-10T14:58:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.784-07:00La genesi atavica del problema<div style="text-align: justify;">Una volta, su una di quelle belle agende <i>Smemoranda</i>, ho letto questa frase: "<i><b>L'amore è una motoslitta che corre all'impazzata nella tundra, all'improvviso fa una capriola e si ribalta, bloccandoti sotto. Di notte arrivano i lupi</b></i>". Non so chi l'abbia scritta e io l'ho sempre considerata il motto della mia vita sentimentale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Beh... adesso sono proprio immersa nella tundra. Sono bloccata sotto alla motoslitta e vedo i lupi che si avvicinano. Terrorizzata e infreddolita, non riuscendo a produrre pensieri più consoni ed utili in questa terribile e definitiva situazione, riesco solo a chiedermi "Perché mi ritrovo sempre qui, in questa terra desolata, circondata da lupi famelici?".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLA9cee1WzS1P7zQz-9nI6EwSKMpqYBfDrjvbyil_6vrnKmK9_QVK_Mfhp6QSC5l-jSaBTk4v0fB0qrpTLo-4mGOnZSMLccVYriYdd13BGDCrLusp0CA56jVFG9OJT3VWYI9C8uoRjCy-I/s1600/lanterna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLA9cee1WzS1P7zQz-9nI6EwSKMpqYBfDrjvbyil_6vrnKmK9_QVK_Mfhp6QSC5l-jSaBTk4v0fB0qrpTLo-4mGOnZSMLccVYriYdd13BGDCrLusp0CA56jVFG9OJT3VWYI9C8uoRjCy-I/s320/lanterna.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Sarà forse colpa del mio lanternino?!</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho sempre pensato che il lanternino è essenzialmente quell’intuito un po’ folle che ti porta a cercare sempre lo stesso tipo di uomo, anche se sai che non è il tuo tipo! È l’intuito che ti porta tra le braccia di uomini affascinanti, che senti come spiriti a te affini e che, dopo aver riso, pianto e fatto tanto meraviglioso sesso, ti lasciano, affranti quanto te, ma senza spiegazioni logiche.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chi utilizza il lanternino non sempre ne è consapevole, anzi, perlopiù, di questo simpatico strumento si fa un uso assolutamente inconscio. Il lanternino si mette in funzione da solo, di solito proprio quando vorremmo stare tranquilli a casa a dormire. Nessuno sa bene se esista un modo per spegnerlo. Probabilmente il tasto “off” non esiste.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il processo di avvio del lanternino non è reversibile: una volta partito non si può fermare. E comunque ci si accorge che esso è in funzione solo quando è troppo tardi, generalmente quando si è già innamorati persi dell’uomo che il nostro fedele amico luminoso ha scovato per noi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Io non solo uso inconsapevolmente, da oltre vent’anni, un lanternino ma, per di più, credo che il mio lanternino sia difettoso!! Difettoso, sì, come Ai Amano, la mia Video Girl preferita. Forse dovrei sostituirlo. Oppure no. L'esperienza di Video Girl Ai mi ha insegnato che non sempre i prodotti difettosi sono peggiori degli altri... anzi, spesso nascondono tanti lati buoni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho sempre immaginato il lanternino come un’antica lanterna bronzea pentagonale, trasportata da gnomi o altre creature fantastiche, solitamente vestiti di rosso, con cappucci e scarpe a punta. Il mio lanternino ha i vetri di colore giallastro, sporchi di fuliggine e dentro una piccola candela azzurra.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non credo faccia molta luce. Il difetto forse sta proprio in questo: fa poca luce.</div><div style="text-align: justify;">Il mio lanternino non ci vede bene.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- 2006</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-77020800698398620112013-10-10T13:27:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.799-07:00Bagni separati: l'origine del nome di un blog<div style="text-align: justify;">Io sono una accumulatrice... non di quelle patologiche che si vedono sui documentari di Sky, ma tendo a buttare molto poco, giusto quando le cose sono piene di buchi o delle scarpe mi salta via la suola. </div><div style="text-align: justify;">E, in questo, io e il marito non potremmo essere più diversi... ma non perché lui sia uno che butta, no, lui non accumula: io possiedo due armadi, lui due ante, io un intero armadio per le scarpe, lui uno spazietto di mezzo metro quadrato sotto uno scaffale, una volta, poi, condividevamo l'armadietto del bagno e per il 98% conteneva cose mie.</div><div style="text-align: justify;">Dopo anni di convivenza, abbiamo, finalmente, <b>bagni separati</b>. </div><div style="text-align: justify;">Io ho il mio, con mattonelle dai disegni floreali di tre diversi colori, pieno zeppo di molte cose anche inutili e lui ha il suo, dai colori sobri, in perfetta sintonia con il resto della casa, un bellissimo regno ordinato e quasi vuoto.<br /><br />Dai nostri bagni separati mi è venuta l'idea per il titolo... bagni separati che sono una sorta di emblema delle diversità tra due persone che vivono insieme. Diversità che ci sono sempre, anche quando amiamo follemente il nostro coinquilino/amante... perché, eccetto che in rari casi (alcuni li conosco personalmente), è proprio difficile che due vadano a convivere e che sia tutto rose e fiori sin dal primo momento, senza nessun problema di adattamento. D'altra parte, due tizi... che per trent'anni hanno vissuto per i conti loro, magari anche con la mamma che preparava loro la pappa a pranzo e a cena, con le proprie abitudini e quelle della propria famiglia di origine radicate sin dentro il cervello... 'sti due tizi vanno a vivere insieme e due mondi, semplicemente, si scontrano.<br />A volte lo scontro è fatale. Altre volte no e, a poco a poco, si cerca insieme di appianare le differenze...<br /><i>- ah quindi tu il tubetto del dentifricio lo spremi partendo dal centro? ehm, che simpatico il tubetto con quella forma a 8... però che ne dici se da domani, lo spremiamo partendo dal fondo?</i><br />A questo, la risposta potrebbe spaziare da un <i>V@ffanculo </i>dei più radicati nelle proprie posizioni, al <i>Ah, in effetti, discutendo con te di questo problema, mi accorgo che hai ragione e spremere il tubetto dal fondo mi sembra più funzionale, quindi da domani lo farò anche io</i> di quelli disposti a mettere in gioco le proprie posizioni, al <i>Certo amore</i> di quelli che non hanno una propria posizione e assumono in automatico quella dell'altro.<br />Tra le tre posizioni, preferisco nettamente la seconda.<br /><br />I bagni separati, poi, rappresentano i propri spazi.<br />Un tempo sono stata una che ha vissuto quasi annullandosi per un altro. Tempo dopo, anche grazie a una delusione che non dimenticherò finché campo, ho capito che amare non significa annullarsi per l'altro. E che mantenere i propri spazi e i propri interessi individuali, oltre a quelli della coppia, è fondamentale per la sopravvivenza. E poi, magari non per tutte le coppie, ma credo che per la maggior parte, vi sono momenti in cui rifugiarsi nel proprio bagno potrebbe essere l'unica via di salvezza!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><i>Qui sotto due immagini di bagni famosi, entrambi protagonisti del film Shining di S. Kubrick.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Il primo, quello verde, è il bagno della camera 237, nella quale Jack incontra la donna nuda con cui pomicia un po' prima di rendersi conto che è in avanzato stato di decomposizione.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Il secondo bagno, quello rosso, è quello in cui Jack incontra Delbert Grady, vecchio custode dell'albergo, che gli spiega in che modo ha punito sua moglie e le sue figlie che non amavano l'albergo, dandogli proprio un'ottima idea.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKC-AUcVvOlZlMtqx99DqzINBTL3WaT9gapR1FWcdm_KOkpJ7mcmQeQ1eSYD_Qq2UdkoyAl5NtjrdiK393w1E3sutqVFaFSjojDGTMIqKY3fSsHZrdHNCUDsXXXjpDp8QoWtumGNapVj3f/s1600/shining14_1342026680_crop_550x344.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKC-AUcVvOlZlMtqx99DqzINBTL3WaT9gapR1FWcdm_KOkpJ7mcmQeQ1eSYD_Qq2UdkoyAl5NtjrdiK393w1E3sutqVFaFSjojDGTMIqKY3fSsHZrdHNCUDsXXXjpDp8QoWtumGNapVj3f/s400/shining14_1342026680_crop_550x344.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV__V-gMSKWtEN9PC4U6UDUhI4bi1ZyhVkRPwKbFBD7pKOZ5oodRz2Rku3jcP_Ly1YynFNudTfNK85NxXsWztros1ACTb1L6US8aFz9R0IcvslZ0w8iJ_O_diJAcvyLYHxkWv2Xn2_AH91/s1600/shining+BATHROOM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="337" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV__V-gMSKWtEN9PC4U6UDUhI4bi1ZyhVkRPwKbFBD7pKOZ5oodRz2Rku3jcP_Ly1YynFNudTfNK85NxXsWztros1ACTb1L6US8aFz9R0IcvslZ0w8iJ_O_diJAcvyLYHxkWv2Xn2_AH91/s400/shining+BATHROOM.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-47866178601787362832013-10-10T12:22:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.811-07:00Premessa<div style="text-align: justify;">Questo blog è una sorta di viaggio all'interno dei rapporti di coppia, un viaggio non troppo serio, basato sull'esperienza di una quarantenne che si guarda indietro e ripensa a quanto è bello ridere del proprio vissuto, adesso che non fa più male.</div><div style="text-align: justify;">Non sono sicura ancora di quello che scriverò, gran parte delle cose riguarderanno me personalmente e potrei infilare esperienze attuali in mezzo al marasma di quelle passate. Potrei anche mettere in mezzo esperienze altrui, non lo so ancora. L'unica cosa che so è che vorrei descrivere esperienze su cui magari qualcuno sorriderà (perché quello che vorrei cercare di mantenere è il tono semiserio) e in cui magari altri si ritroveranno... Perché a me avrebbe fatto oltremodo bene, in certi periodi, leggere il blog di altri e rendermi conto che non ero l'unica a provare certe cose... ma ai tempi della maggior parte delle cose che scriverò, i blog manco esistevano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizhJ7IRUbGZbHgjAnlrG4TiHpZSeb8qB3G9-oSonwyrA_fsXB7NXxZVLv2WbJ09plnl0N8IEJRsMQVoJRZ8pAiVXVgN1LHkYH-sd0sj1BtOfhATgG_KtlnPEaoizrPke5NZP_aT-60jATV/s1600/fuga-damore-a-parigi1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizhJ7IRUbGZbHgjAnlrG4TiHpZSeb8qB3G9-oSonwyrA_fsXB7NXxZVLv2WbJ09plnl0N8IEJRsMQVoJRZ8pAiVXVgN1LHkYH-sd0sj1BtOfhATgG_KtlnPEaoizrPke5NZP_aT-60jATV/s400/fuga-damore-a-parigi1.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="http://damaridemarangelli.carbonmade.com/projects/4156209#5">Fonte</a></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Probabilmente qualcuno degli uomini che ho conosciuto, ritroverà, da qualche parte, pezzi di sé, ma ho cercato, dove possibile, di mescolare le situazioni, in modo che nessuno possa affermare inequivocabilmente “<b>Quello sono io!</b>”. </div><div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Se qualcuno si dovesse rileggere in queste parole, i casi sono due:</div><div style="text-align: justify;">1) se non ci conosciamo, allora è un caso, </div><div style="text-align: justify;">2) se ci conosciamo... beh, allora "Ciao, quanto tempo che non ci si vede, eh?"... :) </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">No... ho rielaborato alcune parti vere ed altre le ho inventate di sana pianta... è difficile che qualcuno possa riconoscersi per intero qui. </div></div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>E, comunque, non ho fatto nomi! :)</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In ogni caso, grazie a voi tutti per l’inconsapevole ispirazione, vi ho voluto bene e scusate se oggi rido su alcune cose, le stesse che magari, un tempo, ci hanno fatto anche piangere. O MI hanno fatto piangere, più spesso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Completo la mia premessa con tre cose:</div></div><div><div style="text-align: justify;">1) non ho pregiudizi, come potrebbe sembrare in qualche pezzo;</div><div style="text-align: justify;">2) non sono sessista e credo che uomini e donne abbiano difetti e pregi non in quanto tali, ma in quanto esseri umani (e basta);</div><div style="text-align: justify;">3) uno dei "fidanzati tipo" un po' rielaborato, l'ho sposato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1585055311955228269.post-15284577852299869892013-10-10T10:49:00.000-07:002016-06-02T00:38:12.824-07:00Incipit - Non è mai per qualcosa che succede: l'amore finisce<div style="text-align: justify;">Frattanto si era fatto tardi e tutt'e due dovevamo andare per i fatti nostri. Ma era stato molto bello, rivedere ancora Annie, dico bene? Mi resi conto di quanto era in gamba – stupenda – e, sì, era un piacere… solo averla conosciuta… e allora io… ripensai a cosa fosse l'amore. L'amore credo sia come una vecchia barzelletta, quella dove uno va da uno psichiatra e dice: "Dottore, mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina"; e il dottore gli fa "e perché non lo interna?" E poi lui risponde " e così a me le uova chi me le fa?" Bè, credo corrisponda ai rapporti uomo-donna, e cioè che sono assolutamente irrazionali, pazzi e assurdi! Ma credo che continuino, e che la maggior parte di noi, ha bisogno di uova.</div><br /><div style="text-align: right;">Woody Allen, Io e Annie</div>paroleperariahttp://www.blogger.com/profile/10548684596505600599noreply@blogger.com0