venerdì 11 ottobre 2013

Compagni di merende (parte 2)

"Il fuoco di un camino
non è caldo come il sole del mattino...
sul mio corpo il calore delle stelle
chissà dov'era casa mia"
(Io vagabondo - Nomadi)


Dopo una mattinata normale, senza eventi romantici di sorta, mi ritrovo, a fine pranzo, coinvolta in una battaglia a... sputi di semi d'anguria! Ovviamente, il mio compagno di merende si trova in prima fila tra quelli che tentano di appiccicarmi addosso i fastidiosi semini e io non sono da meno.
Come ovvia conclusione della battaglia, bisogna lavarsi!
E ci ritroviamo, ancora senza sapere i nomi, magicamente solo noi due, ancora tutti appiccicaticci, seduti per terra vicini, appoggiati al muro del bagno, a parlare per la prima volta.
Ci raccontiamo con semplicità e allegria e scopro, sorpresa, che il mio nome lui in realtà lo sa da tempo.
Il suo racconto è velato di malinconia, di qualcosa che non riesco a capire, ma il mio entusiasmo vale per tutti e due. Trascorrono sereni i giorni previsti della vacanza e l'ultimo giorno penso triste che adesso lui deve partire. Ma, nemmeno se mi leggesse nel pensiero, mi propone di andare a fare un giro in macchina in città un paio di giorni... "potremmo dormire sulla spiaggia con il sacco a pelo".

L'idea di dormire sulla spiaggia sotto le stelle per me è semplicemente fantastica, penso ai Nomadi, "Io Vagabondo" in questi giorni è diventato quasi un nostro inno, insieme a "Non ho più la mia città".

Ben felice, quindi, di aver dato tutte le materie prima delle vacanze e di poter contare, primo, su una macchina a disposizione e, secondo, su una famiglia che mi permette di fare quasi sempre quello che voglio, accetto entusiasta.
Partiamo subito alla volta della città, circa 200 km di autostrada "per modo di dire", siamo in quattro con la mia modesta utilitaria… unici bagagli: i sacchi a pelo, una coperta e la chitarra.
La passeggiata in macchina è molto piacevole, siamo tutti molto affiatati e ridiamo molto, inoltre, complici alcune occhiate attraverso lo specchietto retrovisore, sono abbastanza sicura che tra di noi sta nascendo qualcosa di bello.
Penso che sono proprio felice, ho tutto quello che voglio in questo momento e mi sento molto "vagabonda", insieme a qualcuno che nell'animo è ancora più vagabondo di me.
Arrivati in città, ci dirigiamo subito verso quella che è la reale romantica meta del viaggio: una spiaggia in cui cenare, suonare, cantare e addormentarci al chiarore delle stelle... solo di quelle, perché non abbiamo nemmeno una torcia.
Per fortuna, la serata è splendida e c'è la luna, quindi riusciamo tranquillamente a sistemarci in spiaggia anche senza illuminazione artificiale. Mangiamo alcuni pezzi di pizza, accompagnati ad un po' di vino padronale, che ci sta bene, e cantiamo.
La serata trascorre piacevolmente e ci addormentiamo vicini. All'alba siamo i primi a svegliarci sotto una pioggia sferzante e ci rimettiamo in macchina sulla via del ritorno.
Adesso è veramente il tempo di partire.

Non è successo niente tra noi, niente di tutto quello che caratterizza una storia, ma ci siamo dati tanto, hai ridato fiducia in me stessa e fatto apprezzare cose della vita che non ritenevo "valide", che avevo dimenticato o che semplicemente non conoscevo. Quanto mi ha fatto sentire libera camminare scalza o partire con amici senza meta, senza bagagli e senza porsi limiti, dormire sulla spiaggia, fregandosene dei conforts (che non ci sono), dormire per terra e dedicare parte del proprio tempo agli altri, incondizionatamente.

Sei partito ieri e io sono qui a scrivere che è stato proprio bello conoscerti. Conoscerti e basta.

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